Tra ibrido e moderno. Tra equilibrio e minimalismo.
Questi i concetti chiave portati in passerella dal designer giapponese Mitsuru Nishizaki per il suo brand Ujoh, l’ultimo new talent scelto da Re Giorgio per sfilare all’Armani/Teatro durante l’ultima settimana della moda milanese.
Sin dalla sua nascita nel 2009, Ujoh ha unito elementi ricercati e dettagli appartenenti al mondo sportivo a uno stile sartoriale e dall’allure elegantemente contemporaneo, per abiti dai tagli precisi e forme che enfatizzano l’equilibrio tra tessuto e volume.
Per la collezione autunno/inverno 2016-17 Nishizaki, che ha un passato nell’ufficio stile di Yamamoto, ha combinato tagli essenziali, volumi destrutturati e dettagli iper curati per un multimix contemporaneo di sartoria e funzionalità, strizzando l’occhio al mondo sporty-urbano.
Creazioni essenziali e raffinate, arricchite tuttavia da una forte carica espressiva, hanno offerto una reinterpretazione dei capi più semplici, come i maglioni tessuti a mano, abiti con stringhe e camicie dai lunghi polsini arrotolati.
Spazio, poi, a capispalla fluidi e silhouette scivolate, rilassate.
I pantaloni diventano ampi e ricordano quelli delle tute che portavamo tutti nell’odiata ora di palestra a scuola.
Il quilting reversibile, riproposto in una varietà di tessuti come la flanella o il cotone forato, viene utilizzato per contrapporre parti di backpacks a abiti eleganti e giacche in lana, tutto su di una palette fatta di verdi e azzurri, con inserti in blu, kaki, nero e bianco.
I dettagli, curati in ogni minimo particolare, chiudono il cerchio sotto forma di pizzo sintetico a strisce, stringhe e nastri di piume.
Un design funzionale, ma allo stesso tempo distinto e ricercato, che riflette l’individualità di chi li indossa per il designer che sta spopolando in Giappone e piace tanto anche in Italia.
Sarà proprio questa la formula magica?