Stella Jean a/i 2017: uno spazio di riflessione, un gesto d’azione e di stile

Quando l’occasione regala il privilegio di narrare la moda di una fashion designer il cui talento si adopera con determinazione e successo oltre qualsiasi confine, e al di là del prevedibile velo di paillettes: ecco, succede che l’attenzione svicola immediata l’ovvio, per andare a frugare tra indizi all’apparenza minori, ma che invece già condensano il senso intenso composto nelle creazioni.
Quali? Quelle ideate, cercate, volute e plasmate con ammirevole e infaticabile devozione da Stella Jean nella nuova collezione a/i 2017-18!

Or dunque, quali sono tali indizi? Trattasi di quelle parole precedute dal celebre “hashtag” con cui la collezione è stata offerta alla mondovisione social-digitale durante la scorsa settimana della moda milanese: #IronCourtain #BreakBoundaries #CulturalCrossover #BorderlessCelebration #CulturalPromotion.
In un mare magnum di parole-chiave che spesso oscillano tra la frivolezza e l’auto-affermazione, Stella Jean  invece sceglie proprio queste per riordinare i messaggi essenziali della sua inconfondibile dichiarazione d’intenti: fare della moda una via di conoscenza profonda e reciproca tra culture distanti, un mezzo di trasporto ideale per raccogliere le menti e condurle verso l’incontro entusiasta, un megafono per dare voce a popolazioni che mai dovrebbero restare inascoltate, uno strumento per saldare scambi virtuosi e concreti tra forti e deboli, ma entrambi uniti nella bellezza. 

E per fare tutto ciò bisogna attraversare le tensioni internazionali, abbattere cortine di ferro materiali e interiori, percorrere le distanze per unire i territori, comprendere che la Guerra Fredda può ancora avere qualcosa da insegnare: “Cold War”, per l’appunto, è il titolo della collezione a/i 2017. 

Sulle note suonate dal vivo del brano “They Don’t Care About Us” scorrono i capi che sono una mescolanza  ponderata di suggestioni tra richiami all’esercito americano e riferimenti visivi alla cultura sovietica: passamanerie, spalline e dettagli ricamati di medaglie e gradi militari si affollano su giacche, camicie e abiti lunghi, si scontrano ma poi si fondono con frange e ponpon, con le stampe figurative eye-catching ispirate ai naïf fiabeschi, dialogano con motivi wax africani, kente, stampe di ispirazione yoruba; intanto le pellicce ecologiche evocano il grande freddo e sono intarsiate di colori brillanti, come quelli che si compongono in mosaici materici sulle gonne lunghe che diventano abiti (come versatilità funzionale del periodo bellico insegnava), sulle tipiche fasce di tessuto delle babushka russe, sui motivi floreali ricamati a punto croce e sulle grandi stampe figurative che ritraggono paesaggi idealizzati. 

Contaminazioni su stoffa che sono un appello concreto alle connessioni tra paesi, vòlte ad un sostegno consapevole a comunità in difficoltà ma ricche di potenziale e risorse uniche: in questa collezione l’appello di Stella Jean ha raggiunto le mani delle donne artigiane umbre, autrici dei capi in maglieria, e poi si è messo in viaggio fino a Damasco, dove ha incontrato il giovane designer Asaad Khalaf con il quale ha realizzato “Propaganda”, una borsa che è ben più di un accessorio.
Nata a partire dalla da una scatola del  backgammon, gioco tradizionale popolare in Siria, la borsa è stata nascosta in un furgoncino notturno fino a Beirut, per poi raggiungere Milano dopo un viaggio lungo migliaia di chilometri.
Un viaggio che parte dal territorio di nascita, s’immerge nel profondo della propria interiorità per poi uscire fuori dai confini mentali e coprire distanze geografiche e umane: come narra ““One, No One and One Hundred Thousand Kilometres”, un claim che si staglia su t-shirt e abiti in maglia e al contempo è  un mantra ripetuto, promesso e avverato, fondato su un programma d’istituzione d’imprese e mercati che preservi il patrimonio immenso e prezioso di comunità locali a rischio di emarginazione, installando un meccanismo che le conduca all’indipendenza economica e sociale.
Una collezione che agguanta il desiderio fashion, ma è  anche una nuova occasione a prender parte consapevole allo #StellaJeanArmy.

Post your thoughts