Un viaggio fra arti e culture di ogni tempo, alla ricerca di quella sostanza e di quella certezza che solo l’esperienza può regalare.
Viaggio che è come raccontarsi, descrivere come in sequenza narrativa le storie, gli attimi e i momenti che hanno fatto grande la storia e pertanto la propria sensibilità, la propria cultura e il proprio modo di sentire e percepire l’estetica contemporanea.
La prima collezione uomo di Stella McCartney, presentata lo scorso 10 novembre negli storici Abbey Road Studios di Londra, racconta con sorprendente allegria e rinvigorente energia la storia del costume e dello stile britannico con una chiave di lettura inedita e accattivante.
Un uomo, quello di Stella McCartney, compiutamente descritto dal puro concetto di modernità: bellezza e armonia stilistica che si sposano con le più attuali esigenze quali la funzionalità, la versatilità e la praticità dei capi, senza rinunciare a quel pizzico di trend che conferisce al look lo stupore e il desiderio.
Capi – quelli della collezione primavera/estate 2017 – pensati per esserci, per durare e accompagnare l’uomo in quella gara senza sosta che è la vita, donando a chi li indossa quel senso di leggerezza che non è superficialità, ma al contrario solida consapevolezza del mondo e di chi lo abita: nel pieno rispetto dei principi etici che da sempre caratterizzano il brand, la collezione si basa, infatti, sull’utilizzo di materiali e tessuti eco sostenibili come il cotone organico, il jersey e il denim eco, il cashmere rigenerato e il nylon riciclato, fedeltà etica che diventa non solo modo di vivere, ma ferma proposta per imparare ad amare e a difendere ciò che abbiamo di più prezioso.
Il famoso motto del “take care” si trasforma così in stile e dalla moda prende forza e sostegno per arrivare al cuore delle persone, trasformando il desiderio in ricerca del “per sempre”, di quel senso di infinito che solo la bellezza vera può ispirare.
La classicità dell’abito si apre a tagli e proporzioni inaspettate, abbinandosi a camicie slim o oversize dal sapore eclettico; il pantalone è cargo, ma anche slim, oppure veste le righe verticali del classico pigiama, mentre la tuta da lavoro diventa un pass par tout per conferire alla giornata il giusto senso di stile, senza rinunciare a praticità e duttilità.
I capispalla sono giocati sul concetto di enfasi: proporzioni esaltate, ricami e maxi tasche decorano il classico Machintosh reinterpretato tramite l’utilizzo del cotone gommato, mentre il famoso trench British è percorso da inedite linee pastello che conferiscono al classico dei classici un senso di energia ed equilibrio estetico.
Tocco sartoriale per le mantelle, le giacche a vento e gli impermeabili in tessuto tecnico con collo in velluto e check Principe di Galles; alle t-shirt viene invece affidato il compito di comunicare, grazie a stupende stampe grafiche riportanti slogan come “Tomorrow” “Nice One” o “Members And Non-Members Only”, rievocando momenti di trasgressione culturale che diventano ambasciata del brand.
Una collezione quella di Stella McCartney che, pur primipara, dimostra una maturità di coscienza stilistica e culturale difficilmente rintracciabile in un momento come quello presente, dove l’essenza stessa della moda sembra quasi messa in dubbio, sacrificata e costretta da una così detta “evoluzione” che tutto sembra valorizzare tranne la natura della moda, che è desiderio, sete di infinito, speranza che mentre tutto passa qualcosa resti, certo e sostanziale, per ricordare a tutti che siamo fatti per il “per sempre”.