Anche lui sarà presente alla mostra “Il Nuovo Vocabolario della Moda Italiana” con il marchio Studiopretzel. Voi conoscete bene Emiliano Laszlo perché, oltre ad essere stato spesso ospite delle pagine di stefanoguerriniarchivio.it, è uno dei cinque protagonisti del progetto webelieveinstyle.maison. Oggi parlo di Emiliano per ricordare un momento importante da lui vissuto poche settimane fa, che va a sottolineare come sia ancora molto quotato, se non addirittura in ascesa, il made in Italy all’estero, anche e soprattutto quando viene da marchi giovani e pieni di iniziative, supportati da strutture importanti di quel fashion sytem legato al nostro know how di moda.
Studiopretzel ha partecipato alla seconda edizione dei Global Denim Awards, tenutasi ad Amsterdam, con una capsule collection realizzata in collaborazione con Berto Industria Tessile, cui è andato il premio onorario per il “Best Fabric”, come riconoscimento per i tessuti denim innovativi.
Qui potete ammirare le foto della collezione e a seguire dell’evento, ma non potevo non contattare il designer per sapere di più dell’importante manifestazione e farmi raccontare le sue impressioni.
Foto: Marco Casella
Location: Berto Industria Tessile, Bovolenta
Models: Valentina Maschi e Fabio Porta
Ed Emiliano mi ha raccontato questo: “Inizierei con due parole sulla collaborazione. Mi servo dei tessuti di Berto Industria tessile da diverse stagioni, ma solo da quest’anno sono entrato nel loro progetto costruito per sostenere ed aiutare i designer emergenti che si chiama #berto4youngtalents. Quando mi hanno proposto di sfilare ad Amsterdam come loro designer ovviamente è stato un bel momento. Sono andato in azienda da loro, a Bovolenta, e mi hanno messo a disposizione praticamente tutto, anche tessuti e lavorazioni che non erano ancora concluse o in fase di sviluppo.
Mi sono così trovato ad utilizzare per questa capsule un denim che aveva caratteristiche molto trasversali.
Non solo il classico, che siamo abituati a vedere per fare un esempio con il jeans, ma anche operati molto particolari che mescolano lana e cachemire insieme col cotone. Se infatti si guarda la collezione, solo alcuni capi ricordano il denim più classico, mentre il resto sembra un mix di diversi materiali. In effetti è così, ma sono tutte varianti del denim. Questo è stato l’aspetto più interessante per me di questa collaborazione, perché invece di mettermi in difficoltà nel costruire una capsule di solo denim, mi ha anzi facilitato il compito, avendo così tanta varietà di colori, mani, pesantezze sul tavolo.
Il premio che abbiamo vinto come BEST FABRIC lo trovo giusto, dato il lavoro esponenziale di ricerca che è stato fatto in questo senso. Trovo anche giusto che il premio per BEST DESIGN l’abbia vinto Andrea Diletto, che ha costruito una collezione impeccabile.”
Non mi sono limitato a chiacchierare con Emiliano, perché un altro amico è stato coinvolto in questa avventura e, ovviamente, non potevo non raccogliere anche la sua testimonianza, sto parlando di Luca Cornelio Lovato, che con il suo Kjøre Project, ha collaborato con Studiopretzel per gli accessori, che vedete anche in queste foto.
“La decisione di collaborare con Emiliano di StudioPretzel è stata veloce, quanto decisa, ” così mi racconta Luca, “Emiliano trasmette amore e passione per la sua collezione, ed è quello che è bastato per farmi accettare di collaborare con lui. Kjøre Project attenta ai dettagli e con altrettanto amore, ha subito deciso di unirisi al gruppo e alla proposta di realizzare una capsule collection appositamente per i Global Denim Awards.
L’emozione è stata indescrivibile, la prima volta in passerella, penso sarà un ricordo indelebile per sempre. E ammetto che: “The winner is ‘’Berto’”,’ le parole con cui hanno annunciato al vittoria nella categoria Best Fabric, mi risuonano ancora nella mente. Un esperienza indimenticabile.”
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