Suggerimenti dal web: METABOX, un sito da seguire e una zona di ‘sensibilità aumentata’. Ce ne parla il suo ideatore Andrea Ferrato

Il gruppo di autori che si dedicano ai contenuti di METABOX, fra loro in alto a sinistra Andrea Ferrato (nell'illustrazione realizzata da Alessandro Manzella).

Il gruppo di autori che si dedicano ai contenuti di METABOX, nell’illustrazione di Alessandro Manzella. Fra loro, in alto a sinistra, Andrea Ferrato, ideatore e fondatore del sito.

 

Ammetto di avere dei gusti e degli interessi molto settoriali, spesso per questo mi trovo davanti a certi argomenti senza opinioni precise (e questo non è un bene per uno che si vanta di essere ‘very opinionated’, ma voi non ditelo in giro, please!). Prima che i neuroni diventino poco ricettivi e cadano a grappoli in preda alla senilità, ho deciso di correre ai ripari e una dose quotidiana di METABOX mi è sembrato un buon rimedio. METABOX non è una medicina, anche se in uno spazio che si chiama lepilloledistefano e dopo la mia confessione la potrei davvero considerare tale, ma lo spazio online di Andrea Ferrato.
Se seguite il mio lavoro, quello di Andrea è un nome noto, da un paio d’anni o poco più è infatti al mio fianco nella realizzazione e gestione di webelieveinstyle, ma è soprattutto un professionista che da anni si occupa di comunicazione, sul web, e non solo. Per esigenze lavorative, e per attitudine personale, conoscendolo, Andrea ha uno sguardo curioso e attento sul mondo, guidato dai molti interessi, che vanno dall’arte al design, passando per la fotografia e per tutti quei cambiamenti, nella tecnologia e nelle abitudini, che influenzano il nostro vivere quotidiano. Il suo è quasi un approccio sociologico, sicuramente mai superficiale, spesso, se non sempre, capace di inserire l’argomento trattato in un contesto più ampio, che ne giustifica l’importanza e la segnalazione.
Capirete ora meglio perché, per provare a dare spessore alle mie frivolezze, io abbia fatto del sito di Andrea un mio punto di riferimento sul web! Di recente METABOX è andato incontro ad alcuni cambiamenti, per questo ho voluto parlarne con il diretto interessato. Eccovi la mia chiacchierata con Andrea Ferrato.

Perché è nato Metabox in prima istanza?
METABOX (da quest’anno ci siamo presi il vezzo del maiuscolo), nasce qualche anno fa come blog personale. Anche se i temi ruotavano attorno alla comunicazione, il punto di vista era molto personale e l’ho usato spesso anche per recensire mostre o eventi a cui avevo partecipato.

Quindi la nascita non è legata ad un progetto particolare se non all’idea di scrivere; a dirla tutta è partito anche come esperimento per trovare un’alternativa ad un sito portfolio in cui inserire le proprie esperienze professionali.

 

dal post "Anima analogica", scritto da Ale Di Gangi per la sezione 'Fotografia' di METABOX

dal post “Anima analogica”, scritto da Ale Di Gangi per la sezione ‘Fotografia’ di METABOX

Ora però Metabox è cambiato ed ha allargato i suoi contributor, da quali esigenze è nata la voglia del cambiamento e come si è modificato?
METABOX è cambiato un paio di volte e l’ultima risale all’inizio di quest’anno. Il primo giro di boa si è basato su un pensiero che avevo in testa e riguardava la rete. La rete che volenti o nolenti cambia le nostre abitudini e le nostre relazioni.

Sono un entusiasta riguardo ciò che sta avvenendo, ma la cosa che mi risultava evidente era un approccio spesso o troppo tecnico o troppo semplicistico riguardo le trasformazioni che la rete iniziava a portare nelle nostre vite e nella nostra quotidianità. 
Quello che per me mancava era un habitat culturale ideale che potesse essere propedeutico a questo cambiamento fenomenale che la rete stava e sta portando nel nostro vivere. 
Ho allargato il discorso a tre persone con cui percepivo l’esistenza di una certa sintonia; ho chiesto a Rita Meneghin di fotografare la quotidianità con l’intensità di cui lei è capace (ordinary days), ho chiesto a Matteo Lion di raccontare la musica ed i suoni più adatti (sounds) e ho chiesto ad Alberto Guizzardi di trovare le storie della letteratura e della cinematografia contemporanea che riflettessero gli stati d’animo di questi momenti (stories). 
Per me ho tenuto la parte del racconto che guardava più da vicino le meccaniche della rete nelle relazioni quotidiane (the human network).
Successivamente sono entrati a far parte del gruppo Ale Di Gangi, che con il suo obiettivo ha aggiunto un ulteriore punto di vista, e Alessandro Manzella che con una potente commistione tra illustrazione e parole ha raccontato squarci di realtà.

dal post "Maadi, Aleppo, Siria", scritto da Andrea Ferrato, per le sezioni storie/fotografia/suoni

Dal post “Maadi, Aleppo, Siria”, scritto da Andrea Ferrato, per le sezioni storie/fotografia/suoni

Da “Ritagli”, nella sezione fotografia di Metabox, di Rita Meneghin.

Da “Ritagli”, nella sezione fotografia di Metabox, di Rita Meneghin. Lo trovate qui

Cosa è successo a Metabox da quest’anno?
Nell’ultima parte del 2013 abbiamo iniziato a ripensare allo stimolo base che aveva guidato i contenuti di metabox (prima lo scrivevamo rigidamente tutto in minuscolo!). Non esiste un off line e un on line. Esiste una realtà che ha acquistato una dimensione ulteriore, una dimensione che crea potenzialità che ora stiamo solamente assaggiando.

Quindi non serve un supporto al cambiamento perché il cambiamento si basa sull’esperienza del cambiamento stesso. In rete ciò che diventa sempre più importante è il ruolo e il pensiero delle persone, persone sempre più in relazione tra loro anche in modo inconsapevole.
C’è una frase di Lieberman che mi piace molto: “The self is more of a superhighway for social influence than it is the impenetrable private fortress we believe it to be.”
Ho chiesto alle persone che con me stavano costruendo metabox di portare in superficie gli stimoli e le percezioni che guidano la loro creatività; tenere in evidenza la loro sensibilità per trasformare METABOX in una zona di “sensibilità aumentata”.

Sempre di Andrea Ferrato il post “Le parole silenziose del mattino”, per le sezioni storie/fotografia/suon, da cui abbiamo estrapolato questa foto.

Sempre di Andrea Ferrato il post “Le parole silenziose del mattino”, per le sezioni storie/fotografia/suon, da cui abbiamo estrapolato questa foto.

Che cosa ti ha insegnato l’impegno con Metabox e in che modo è cambiato il tuo modo di rapportarti ad esempio al tuo lavoro, che è sempre stato nel mondo della comunicazione?
METABOX riflette il mio modo di pensare le relazioni ed i rapporti professionali. La collaborazione e la contaminazione come parte integrante di qualsiasi progetto non necessariamente di lavoro.

METABOX è stato un momento di conferme in questo senso; conferme che mi sono arrivate dalla sintonia e dalla reciprocità creativa, artistica ed emozionale con gli autori di METABOX, percepibile nelle loro immagini e nelle loro parole.

Per le sezioni illustrazione/storie il post  “Dare una mano di bianco alla Street Art” di Alessandro Manzella.

Per le sezioni illustrazione/storie il post “Dare una mano di bianco alla Street Art” di Alessandro Manzella.

Quali gli obiettivi per il sito e hai progetti legati ad esso?
METABOX è da poco ripartito e sta raggiungendo la sua velocità di crociera. 

È un po’ presto parlare di nuovi progetti anche se il nuovo corso ha già portato una serie di stimoli su cui bisognerà lavorare e magari lasciarli anche un po’ sedimentare.

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