C’è della grinta eversiva punk che si sfoga su tutto ciò che decora e definisce le cose con supposto rigore, c’è della nonchalance stilosa che fa subito pensare allo streetwear ma che altrettanto subito viene confutata perché non è la sola strada ad essere presa ad ispirazione, c’è del sartoriale esatto e sciolto allo stesso tempo come solo in Giappone san fare: e questo non è messo in dubbio, assolutamente.
C’è una visione che resta il minimo indispensabile sospesa nel limbo della progettazione, perché ha fretta di diventare subito realtà concreta: è la visione innovatrice, squisitamente autonoma, e platealmente applaudita di Sulvam.
O meglio: di Teppei Fujita, che del brand nipponico è mente pensante, corpo creativo e cuore pulsante.
Ed è anche la collezione a/i 2018-19: che di questa visione è un nuovo capitolo che prosegue una storia nata poco fa, ma saldamente incamminata nella direzione di evolvere molto del fashion world.
Almeno per quel che riguarda il suo elegante versante sartoriale.
E che tale storia la prosegue sulla passerella milanese dell’appena trascorsa settimana della moda dedicata allo stile maschile: ma che nell’universo Sulvam può essere altrettanto intesa come femminile, dato che non c’è barriera di genere a cui attenersi, bensì la barriera va abbattuta in nome della libertà.
“Gender-free”, appunto! Ma andiam con ordine e riallacciamo tutti i passaggi prima di giungere a tale dichiarazione di libertà.
Il curriculum di Teppei Fujita è il ritratto di una carriera rapida e formidabile, perché intrisa da sempre di sana determinazione: presenta infatti le tappe fondamentali, come il diploma alla scuola Bunka Fashion, la collaborazione lunga e fruttuosa alla Maison Yohji Yamamoto, che della sartorialità concettuale ed esatta eppur rivoluzionaria alla celebre maniera giapponese è uno dei simboli indiscussi, e c’è la fondazione del proprio brand nel 2014 per mettere in pratica i preziosi insegnamenti appresi alla corte del gran maestro e nel frattempo mettere in dubbio l’eleganza rigorosa maschile così come siam soliti conoscerla.
Al contempo presenta anche i traguardi fondamentali: la conquista del il “Tokyo Fashion Award” nel 2014, la vittoria del premio VOGUE “Who is on Next? Dubai” nel 2015, l’ambitissima selezione per il premio LVMH Fashion 2017, le passerelle italiane di Pitti Immagine Uomo prima e quella della città di Milano poi.
Alla base di ogni visione e passo compiuto nel fashion world sta, come fosse inciso sulla pietra, il motto-guida di Teppei Fujita: “Nego i trend del momento. Penso che la moda sia indossare abiti in maniera libera e individuale. Attacco ciò che sento di dover attaccare. Proteggo ciò che devo proteggere. E continuo sempre a mettere in discussione il mondo di oggi dalla prospettiva di un semplice creatore di abiti.”
“Gender-free”, appunto! Questo è il titolo della collezione a/i 2018-19, ed al contempo la riconferma che la visione liberatoria e indagatrice di Sulvam è più salda che mai: in passerella scorrono abiti indossati sia da modelli che da modelle, perché lo stile è personale ed il maschile indossato da un corpo femminile acquisisce sensualità senza intaccare la libertà.
Libertà di cosa? Di rompere le regole, sfrangiare gli orli dei completi gessati, sfilacciare i confini dei pantaloni sartoriali, strappare via le tasche e riattaccarle in un secondo momento, e solo a patto che facciano fuoriuscire la fodera interna.
Trattamento, questo, che viene riservato a qualsiasi rivestimento o imbottitura, che spunta dai tagli consapevoli sui pantaloni ampi, che sbuffa dalle lunghe vesti come fosse un sottogonna: un’aria eversiva che è ribadita dalle forme over, persino del bomber indossato sulla camicia e la cravatta.
Troppo laissez-fare? Affatto! C’è anche il lurex dorato del maglioncino che porta luce, i bottoni decorativi sulla cravatta che sono un vezzo, le maxi borse in pelouche che son un gesto dolce.
E su tutto, l’aria di che qualcosa sta davvero cambiando: dalla passerella alla vita vera è un attimo!