Conoscere i giovani talenti nutre la capacità di meraviglia: accarezza quell’eventuale ritrosia a far scivolare la fiducia nella novità dai nomi patinati ai cosiddetti newcomers, per poi regalare l’opportunità di scoprire punti di vista felicemente inaspettati.
Tarinii Martinsen e il suo racconto di moda racchiuso nella collezione che ha sfilato sulla passerella di “IED Graduates Fashion Show” è proprio uno di questi casi meritevoli!
“Mi sono innamorata della moda molto presto, ma più come un mezzo per esplorare me stessa e il mio posto nel mondo. Tuttavia ho accolto l’idea di diventare una fashion designer solo a 24 anni, fino a quel momento avevo investito tutto per diventare una ballerina professionista, per poi realizzare che quel mondo era troppo ristretto per me”: l’identità biografica di Tarinii mescola la natura norvegese a quella islandese, un buon tratto di vita inglese e un punto di vista sulla moda che già da questo esordio annuncia di avere a che fare con tanta curiosità appassionata.
Il gusto per l’esplorazione consapevole è la chiave di Tarinii: quella che la conduce all’amor per la moda in quanto contenitore di tutto quel che rispecchia un’epoca, la porta ad attraversare gli anni densi di sfide e soddisfazioni dello IED in Italia, le fa comprendere che per distinguersi bisogna trovare la propria identità di persona e designer, allacciarci un messaggio da condividere e dargli voce.
E la voce stessa di Tarinii ha preso forma nella collezione con cui ha presentato il suo talento all’evento dello IED: una collezione in cui l’esplorazione è strumento prezioso per scoprire quel che si nasconde sotto la corazza imposta alla natura maschile, e rivelarla nel linguaggio degli abiti.
Il titolo è Theatre of Masculinity, racconta della mascolinità acquisita dai ragazzi che diventano uomini con la forza della cultura di strada e dell’ambiente di vita: non è ancora virilità, ma un gioco di ruoli che per noi appare teatrale, mentre per la tribù, oggi estinta, dei Selknam della Tierra del Fuego e per la street gang di immigrati salvadoregni a L.A. conosciuta come Mara Salvatrucha, o MS-13, è rito d’iniziazione articolato in maschere di pittura o tattoo, pene inferte e abiti baggy che sembrano indumenti dismessi.
Una ricerca intensa che Tarinii plasma in abiti volutamente ampi, dove l’oversize avvolge e quasi travolge chi li indossa come i ragazzini sono spinti fuori dall’innocenza e dentro ad un ruolo per cui non sono ancora pronti: giochi di forme e proporzioni, dettagli di nodi e pieghe, tessuti tinti e candeggiati, maglieria intrecciata a mano e denim, elementi di morbidezza e piedi scalzi avvolti solo in lacci, Tarinii rende ogni abito unico grazie alla storia che racconta.
E alle emozioni che lei stessa ha provato creandoli.
“Con la mia graduate collection sento davvero di aver trovato la mia strada nel menswear” : e noi, Tarinii, ti auguriamo di proseguirla con successo!
Debuting talents on the IED Graduates Fashion Show runway: Tarinii Martinsen
Having the opportunity to know the young talents feeds our ability of staying amazed: it caresses our possible reluctance of letting our trust in fashion novelties slide from the celebrated names to the so called new comers, and then being awarded the chance of discovering some happily unconventional points of view.
Tarinii Martinsen and her fashion tale held into the collection that walked the runway of “IED Fashion Graduates Show” is actually one of these worthy cases!
“I fell in love with fashion early, but more as a means to explore myself and my place in the world. However, I didn’t give into the idea of becoming a fashion designer until I was 24 years old, before that I had put all I had towards becoming a professional dancer, for then to realize that world was too restricted for me to exist in”: Tarinii’s biographical identity blends the Norwegian and the Icelandic natures, a good piece of English life and a point of view about fashion that since this very debut discloses a great sum of passionate curiosity.
The taste for exploration is Tarinii’s key: that one making her love fashion as a container of everything mirroring an era, leading her getting through the years dense in challenges and satisfactions at IED in Italy, the one making her understand that for standing out you really must find your own identity as a person and as a designer, join your message to it and give voice to it.
And Tarinii’s voice itself has been shaped into the collection by which she featured her talent at the IED event: a collection where exploration is a precious tool for discovering what is hidden underneath the armor imposed to the male nature, and for revealing it by the language of clothes.
The title is Theatre of Masculinity, it tells about the masculinity acquired by the boys becoming men, by the duress of their street culture and the environment they live in: it’s not manhood yet, but it’s a role game that for us seems to be theatrical, while for the now extinct Selknam tribe from Tierra Del Fuego and the street gang created in L.A by Salvadorian immigrants, the Mara Salvatrucha or MS-13, is an initiation ceremony expressed by masks of painting or tattoo, inflicted pains and baggy clothes that seem hand me downs.
A deep research that Tarinii shaped in clothes intentionally wide, where the oversize wraps and nearly overwhelms the person wearing them like the adolescents are pulled out of their innocence and pushed into a role they’re not yet ready for: she played with shapes and proportions, details of knots and pleats, painted and bleached fabrics, hand knitting and denim, soft elements and bare feet wrapped only into laces.
Tarinii makes every item unique thanks to the story it tells: and the emotions she put into creating it.
“With my graduate collection I really feel like I found my direction into menswear”: and we wish you’ll walk it successfully!