Talenti esordienti in passerella allo IED Graduates Fashion Show: Veronica Ponzano
Può l’atto di creare una collezione essere un delicato viaggio interiore piuttosto che una ricerca fragorosa di visibilità esteriore? E se tale intento appartenesse ad una assai giovane fashion designer, sareste ancora convinti di quel “sì” che vi è spuntato a fior di labbra?
Ebbene, se qualsivoglia cliché rivolto alla giovinezza creativa ancora vi attanagliasse, questa è la sede migliore per spalancar con piacere la mente e lo sguardo: tale intento, infatti, è frutto del percorso e del talento di Veronica Ponzano, che con la sua collezione ha preso parte all’applaudita passerella dell’evento IED Graduates Fashion Show.
Questo, però, è l’invito ad un viaggio da compiersi all’inverso: se finora sorgeva spontaneo passar prima dalla conoscenza dell’identità biografica di chi la moda la crea, per poi immergersi dentro le creazioni per coglierne meglio le narrazioni, in questa occasione si va in direzione contraria.
Ad incamminarsi per prima in questa esplorazione è infatti Veronica stessa: a noi il privilegio di seguirla, ubbidendo all’indicazione racchiusa già nel titolo della sua collezione, “Inside”.
Inside, proprio come dentro un luogo concreto: “Sono partita dall’interno di una casa, la casa della mia bisnonna che era un’arredatrice dei primi anni Trenta, collezionista, antiquaria e affascinata viveur […] ho iniziato segretamente a lasciarmi sopraffare dalla magia di quel luogo, ho respirato storie di mondi orientali intrecciarsi inaspettatamente con il design italiano degli anni Quaranta”; ma Inside è anche un dentro più impalpabile e prezioso: “la collezione è il racconto di una serie di emozioni, di sensazioni, di sensibilità autobiografiche per il gusto e l’estetica legate a questo luogo in cui sono cresciuta, e che mi ha rapito”.
C’è discretezza bella nel racconto di Veronica che ha preso forma nei capi in passerella: quella predilezione intensa rivolta alla materia che guida la sua mano a cercare di rendere palpabili le antiche atmosfere e tappezzerie lussuose attraverso i ricami, tradotti in un linguaggio visivo sì di oggi, ma che nei grossi fili di lana a rievocare i vecchi intrecci di fili di seta creano un ponte fascinoso con l’allora con cui poi decorare la gonna e il cappotto, oppure da trasformare in grafismi tinti con campiture di toni primari e diffusi come un all over sui capi.
Le silhouette degli abiti sono spontanee e i tessuti che le plasmano ricchi, adeguati a rendere omaggio ad un’ispirazione di ricercatezza, ma pensati già per essere indossati con la nonchalance chic e svelta di oggi.
Abiti che sono la poesia di un ricordo lontano nell’essenza, ma a cui Veronica ha dato tutta la sostanza della contemporaneità mescendoci dentro le sue variegate passioni fatte di arte e letteratura, del vintage che le fa voltare lo sguardo sempre un po’ al passato per il piacere di riscoprirlo, e la musica che le è compagna fedele anche in passerella attraverso un giovane compositore che, ça va sans dire, crea ponti di note tra suggestioni storiche e futurismi elettronici.
Passioni fatte anche e soprattutto di moda, che per Veronica è “un’esigenza di creazione, di libertà e bellezza”: e noi le auguriamo che tale esigenza continui a lungo a solleticarle la dote che meglio la rappresenta, la curiosità!
Debuting talents on the IED Graduates Fashion Show catwalk: Veronica Ponzano
Can the act of designing a collection be a delicate inner journey rather than a resounding search for outer exposure? And if such an intent belongs to a very young fashion designer, would you still be persuaded of that “yes” that has just risen on your lips? Well, if any cliché addressed to the creative youth is still gripping you, this is the best place to open with delight your mind and glance wide: such an intent, indeed, is the result of the education and talent of Veronica Ponzano, that with her collection took part in the celebrated runway of the IED Graduates Fashion Show event.
But this is the invitation to a voyage to be done inversely: if until now we were used to pass through the knowledge of the biographical identity of those who create fashion before dipping into their creations to catch better the tales, on this occasion we’re going on the opposite direction. Even Veronica as first walks into this exploration in such a way: we have the privilege to follow her, obeying the indication already held into the title of her collection, “Inside”.
Just as inside a real place: “ I started from the interior of a house, my great-grandmother’s home that was an
interior designer in the early Thirties, a collector, an antique dealer and enthralled viveur […] I secretly started to let myself be overwhelmed by the magic of this place, I breathed stories of Eastern worlds unexpectedly interlace with the Italian design of the Fourties”; but inside means also something more impalpable and precious: “the collection is a tale about a range of emotions, sensations, autobiographical sensibilities for taste and aesthetic bound to this place I grew up in, and that enchanted me”.
There is a beautiful kindness into Veronica’s tale that took form into the clothes on the catwalk: that intense predilection for materials and fabrics leading her hand to try to make the antique atmospheres and luxurious tapestries palpable through the embroidery, translated into a visual language of today yes, but that within the thick woollen threads recalling the old silk weaves create a charming bridge with that age to decorate the skirt and the coat by, or to turn into graphics colored in primary shades and spread all over the clothes. The silhouettes are spontaneous and the fabrics are rich, suitable for paying tribute to a refined inspiration, but the clothes are conceived to be worn right now by the quick and chic elegance of today. Clothes that are the poetry of a faraway memory in their essence, but which Veronica gave all the substance of the current time blending inside her various passions made of art and literature, the vintage that make her turn the gaze to the past for the delight of discovering it, and the music that is a fellow to her even in the runway thanks to a young composer that, ça va sans dire, builds bridges of notes between historical suggestions and electronic futurisms.
Passions made also and above all of fashion, that according to Veronica is “ a need for creation, freedom and beauty”: and we wish her that such a need will keep on titillating her best representative quality, curiosity!