Lasciate che vi racconti una storia bellissima…
No, il soggetto dell’appello non sono io, la sottoscritta che presta qui la penna, bensì la donna che è racchiusa nel nome col quale il marchio è stato battezzato. E con lei, come fosse un racconto corale, lasciate che a raccontarvi la storia sia il fondatore di questo che a chiamarlo ‘brand’ sarebbe assai riduttivo, perché bisogna davvero sconfinare oltre i limiti delle etichette per guadagnare tutto lo spazio d’intelletto e di gusto, di abilità ad operare secondo l’eccellenza manuale, e di passione profonda per lo stile squisitamente cucito indosso alla personalità, che dà forma e sostanza a questa realtà sartoriale.
Lasciate dunque che vi raccontino una storia, che a suo modo è anche una storia d’amore: sospesa al di là delle epoche storiche, delle generazioni culturali e dei capricci volubili e rapidi delle tendenze.
Questa, dunque è la storia di Teresa Teja Contessa Leopardi che, con la sua vita intensa, intrisa d’intelligenza cosmopolita e di gusto liberamente sofisticato, ha agguantato la curiosità altrettanto brillante e liberamente appassionata alla moda di Sirio Burini: colui che in lei ha trovato non solo un modello elegante d’ispirazione, ma anche la materia prima narrativa da tradurre in abiti e accessori davvero unici che compongono le collezioni di Teresa Teja Sartoria.
E se già vi steste chiedendo a quale stagione appartenga la collezione ritratta nelle immagini a corollario di questo racconto, il consiglio è di silenziare quell’abitudine a ricercare la norma della scansione stagionale, che in questa realtà non sussiste: perché ogni capo è un piccolo capolavoro di sartoria in grado di attraversare intatto il tempo, e di dialogare con scioltezza con i trend estetici del contemporaneo.
Or dunque, che mondo è quello di Teresa Teja Sartoria?
Lo racconta la voce di Sirio Burini: “Teresa Teja Sartorianasce nel 2014 quando per caso conosco l’esistenza di Teresa Teja: che è vissuta nella seconda metà dell’Ottocento a Recanati. Lei è piemontese, istitutrice di una famiglia nobile e facoltosissima che va a Recanati per passare le vacanze: qui Teresa conosce Carlo Leopardi, fratello del grande Giacomo, s’innamorano, si sposano e lei diventa naturalmente Teresa Teja Contessa Leopardi. Carlo, come regalo di nozze le fa costruire una villa: questa villa oggi ancora esiste, è stata maltrattata dal tempo e dai proprietari che si sono succeduti, ma il fascino è rimasto. E io ho avuto la fortuna nel 2014 di abitarla, dove mi sono innamorato: ho letto scritti che parlavano di lei e cose che lei stessa scrisse in quanto donna cosmopolita, venuta dal Piemonte e vissuta in casa Savoia, dove la madre era dama di compagnia della Regina. Intanto, Paolina, la sorella Leopardi, “s’innamora”anche lei di Teresa e la rende tenutaria di tutto quello che era rimasto in casa Leopardi degli scritti inediti e dei manoscritti di Giacomo. La famiglia vive ciò come un affronto, perciò nascono delle combutte familiari, di cui Teresa si è sempre disinteressata: preferisce portare avanti la sua storia, dato che non si è mai sentita una ladra, ma semplicemente una che era diventata proprietaria di tutto quello che parlava di Giacomo Leopardi. Teresa Teja è un personaggio interessantissimo per me perché assieme alla sua storia e all’intelligenza, aveva un grandegusto. Vestiva come la moda dell’epoca, sempre di nero, portava abiti austeri ma molto preziosi, fatti di broccatie pizzi, indossava perle e cristalli neri: mi ha così affascinato che ho deciso di prendere la sua storia e il suo modo di essere e di farla diventare un punto di riferimento per quel che poi è diventata la mia linea. Oggi i miei capi Teresa Teja raccontano e vogliono essere sempre legati a questo mondo: un Ottocento rivisto, un’aura retró che ispira abiti dal gusto anche anni ’20, a volte di gusto anni ’50, però sempre con delle caratteristiche peculiari, ovvero sobrietà di fondo, tessuti importanti, elementi decorativi che esistono, ci sono, ma non sono sfacciati, non si mettono in evidenza in maniera esaltante.”
Et voilà, eccolo il mondo sartoriale di Teresa Teja Sartoria: un condensato di dettagli intrecciati al pregio culturale e artigiano della storia, dove i tessuti non provengono dai negozi canonici, bensì dalla ricerca esplorativa in archivi e botteghe d’antiquari che possono svelare come un tendaggio antico possa poi divenire un meraviglioso capospalla moderno; dove i bottoni sono scovati in mercerie dismesse e si rivelano veri tesori testimoni di manifatture di epoche passate.
Guardate i capi ritratti nelle fotografie splendide (ad opera di Paolo Monina), una serie di abiti in tulle ricamati con saggezza, a volte a punto pieno a volte ad intaglio, a volte operati a mano a volte a macchina, tutti legati dal fil rouge degli anni ’20 e ’30: un momento storico che ispira sì la bellezza fluida, sciolta e intensa delle forme e dei decori, ma che infonde anche la morbidezza intrigante e potente di quando la donna si è liberata da costrizioni stilistiche e sociali.
Un racconto dei passi rigorosi di conquista della femminilità di cui ogni abito è un frammento: definito nella qualità eccellente della sartoria rigorosamente italiana, marchigiana ad esser precisi, eloquente nella dichiarazione d’intenti d’arte stilistica sempre rinnovata e riconfermata.
Quella, cioè, di voler sempre cogliere e valorizzare la sensibilità d’apparenza e d’animo femminile nella sua costante evoluzione, e di restituirla ad un pubblico di donne senza età: bensì che ha il dono della volontà di possedere ed indossare capi che son come opere d’arte su misura della propria, unica, identità.
Foto: Paolo Monina