C’è un quesito che attraversa il gusto per la sfumatura più squisitamente intellettuale della moda, e che al contempo si rifrange in quelle volte in cui l’arte ha ampliato lo sguardo su mondi affini: un quesito che risale a tempi storici ormai trascorsi, ma che si rinnova di epoca in epoca fino ad abbracciare anche il pensare più sottile dei connoisseurs di oggi … e che, impugnando una buona dose di sincerità ammettiamolo, ha solleticato anche noi.
Or dunque, lo si indovina con quattro essenziali parole: la moda è arte? Gli si risponde con una mostra fondamentale: che, come un gioco di specchi, nasce in un cuore pulsante e continua a battere in più sedi. Benvenuti alla mostra “Tra Arte e Moda”!
Una mostra certo, ma che in realtà è una narrazione corale intonata a partire dal Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, promotore e organizzatore del progetto insieme alla Fondazione Ferragamo, e di lì si snoda in collaborazioni con più istituzioni culturali, tra cui: la Biblioteca Nazionale Centrale, le Gallerie degli Uffizi (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti), il Museo Marino Marini e, a Prato, il Museo del Tessuto.
Ed è per l’appunto al Museo Salvatore Ferragamo che il quesito diventa racconto e sboccia in nuovi punti di vista, grazie alla guida pregiata dei suoi curatori: Stefania Ricci, direttore del Museo Salvatore Ferragamo, Maria Luisa Frisa, Enrica Morini e Alberto Salvadori.
Accade lungo otto stanze, o meglio sezioni: un percorso di esplorazione di quei momenti in cui i due mondi creativi della moda e dell’arte si sono incontrati, scontrati, abbracciati e mescolati creando contaminazioni, sovrapposizioni e collaborazioni.
Un’opposizione in apparenza, che pian piano si rivela un dialogo nella sostanza: la mostra, di sezione in sezione, è un invito all’incontro con il genio di Salvatore Ferragamo e il suo animo di artigiano-artista che lo ha reso autore di calzature che sono veri capolavori d’arte applicata, i momenti storici in cui la moda s’ispira all’arte fino a creare forme nuove d’abito che la accolga, come nel caso di Yves Saint Laurent con Mondrian, ma anche in cui è l’artista a prender parte alla moda, come accade con Andy Warhol divenuto pubblicitario e disegnatore d’importanti riviste patinate nonché ideatore di Interview.
E ancora: i salotti unici, poetici ed eclettici, di Germana Marucelli, un tuffo nell’immaginario storyteller dei fashion designer contemporanei e la visita all’interno di quel confine così sottile tra arte e moda che oggi sfuma nella reciprocità sorprendente delle opere di designer come Hussein Chalayan, Martin Margiela, Viktor & Rolf, Helmut Lang, Nick Cave.
Una mostra che è un viaggio vero, della mente e del gusto: che potrà essere vissuto dal 18 maggio 2016 fino al 7 aprile 2017.