Come ogni mia volta a Pitti, ho cercato di fare un salto veloce anche a Pitti Rooms, dove gli espositori sono sempre molto interessanti, in uno spazio quasi sempre un po’ fuori dal tempo e dai ritmi modaioli frenetici, ambiente se non vado errato curato da Sergio Colantuoni, che collabora come stylist anche a ‘Io donna’, e vi consiglio soprattutto le pagine sul cibo, quando a commentare i piatti ci sono foto dove la creatività è da lui curata: sempre una meraviglia. Come è fantastica sempre l’idea di Pitti Rooms. In passato abiti esposti in roulotte organizzate come se fossero in un camping anni settanta oppure nella Biblioteca del Consolato Inglese a Firenze, dove i libri erano interamente ricoperti di plastica trasparente, forse per evitare il contatto con i visitatori, ma dall’effetto molto Laura Palmer! Questa volta mi sembrava tutto appena meno lineare, un po’ più confuso, con elementi apparentemente dissonanti. Accanto ad una struttura simil Allen Jones, il lampadario crollato all’ingresso faceva pensare ad una scena di un film catastrofico, mentre lo stand A.N.G.E.L.O. prevedeva un bel percorso nel mondo del guardaroba di un dandy, dal passato al contemporaneo. Insomma, sempre interessante, ma – secondo me – sottotono rispetto ad altre edizioni.
da queste immaginimi viene in mente uno dei tanti mercatini dellepulci,meglio la prima fotoanche se rcorda effetti di trashismopregresso,non scorgo creatività, arteimpostazione di oggetti e cose,sottotono rispetto alle altre edizioniun complimento,oserei dire sufficientetanto per…
Io ce provo a capì de che parli… Ma a me ‘sta roba sembra tirata fuori giusto giusto da uno scatolone della Caritas