Ammetto di essermi innamorato del progetto di Andrea Spezzigu che, con Pascal Gautrand, ha dato alle stampe "Una guida su misura-Roma", rivelando tutti quei luoghi dove nella capitale è possibile farsi realizzare un vestito, un accessorio, dei capi ‘ad personam’, quindi su misura e non serializzati. Non abituato a questo tipo di approccio sono rimasto affascinato dalle scoperte degli autori, dalla contemporaneità di quello che erroneamente si pensa una pratica non più comune, cioè il rapporto diretto dell’acquirente con l’artigiano, il professionista del settore moda, o molto costosa. Non abitando a Roma invito gli autori a dedicarci un’altra guida come questa, magari declinata su tutto la penisola. Gustiamoci per ora questa pubblicazione, magari organizzando gite ad hoc nella capitale.
Ho chiacchierato con Andrea per sapere di più di questo eccellente lavoro.
Come è nata l’idea di una guida di questo tipo?
“Una Guida su misura – Roma” è stata scritta a quattro mani con il designer francese Pascal Gautrand che, arrivato all’Accademia di Francia, ha effettuato uno studio sul sistema di produzione artigianale romana. Una realtà che, seppur ricca, è stata difficile da classificare, poiché non esistono elenchi precisi e completi. Un sistema complesso, spesso nascosto, che si arriva a conoscere solo attraverso il passaparola e che la nostra Guida intende svelare. Siamo così riusciti a recensire 239 luoghi, dedicati al guardaroba maschile “su richiesta”, riscoprendo mestieri antichi: sarti, camiciai, calzolai, pellettieri, astucciai, ombrellai, profumieri con cui condividere il proprio estro creativo. Un lavoro che è piaciuto a Silvia Venturini Fendi che, in qualità di Presidente di Altaroma e designer di Fendi, ne ha firmato la prefazione raccontando il suo rapporto privilegiato con il sistema artigianale, il pezzo unico. Così come Palombi Editori (http://www.palombieditori.it/detail.php?book=1052) che ha subito creduto nel progetto.
Siamo in tempi di fast-fashion, quale pensi siano i possibili fruitori di un libro come questo?
Il prêt-à-porter ha realizzato il sogno dell’accessibilità, produrre vestiti e accessori in serie, offerti su larga scala e a costi ridotti, ma si è persa l’idea del prodotto ad personam. Il fast fashion vuole, poi, anticipare i desideri e le aspettative, ma non lascia posto alla spontaneità e alla creatività del consumatore. Ecco allora che questo libro si rivolge a coloro che vogliono riscoprire l’interazione, l’ascolto e lo scambio diretto che esiste tra l’artigiano e il cliente. La forza di questo microsistema è di poter proporre con precisione quello che il sistema industriale mondiale, malgrado i suoi mezzi, non può apportare: un valore aggiunto che stabilisce uno scambio culturale e un rapporto umano paritario tra il fabbricante e il consumatore.
Che cosa ti ha incuriosito e affascinato di più mentre lo stavi preparando?
L’incredibile varietà dei luoghi che abbiamo raccontato. Scoprire che esistono ancora a Roma una miriade di posti che puntano su un rapporto esclusivo, fatto di profondi intendimenti con la loro clientela. “Su misura” non significa necessariamente capi extralusso e costosi. Noi dimostriamo che è possibile avere un abito made-to-measure anche a 400€. In questo caso, non sarà un abito interamente fatto a mano, ma sicuramente andrà incontro al gusto e all’espressione personale di chi lo ha scelto. Il “su misura” dunque non più riservato alla casta dei politici o dei professionisti, ma rivolto anche ad un target più giovane che apprezza un design più contemporaneo.
Scriverlo ha cambiato il tuo modo di rapportarti alla moda e al tuo guardaroba?
Indubbiamente. La ricerca dietro questo volume mi ha portato a riconsiderare il sistema standardizzato del prêt-à-porter e a rivalutare il sistema artigianale, quello che punta prevalentemente sul rapporto diretto e di scambio con la propria clientela. La stessa Guida contiene 50 pagine di consigli per conoscere meglio le tecniche, le lavorazioni e i prodotti del sistema artigianale romano. Per quanto riguarda il mio guardaroba, devo ammettere che, anche in passato, commissionavo camicie e abiti su misura. Oggi, tuttavia, quando entro in contatto con un artigiano, sento di essere più esigente e di richiedere particolari che rispecchino maggiormente il mio gusto.
Se dovessi dare tre indirizzi culto personali fra quelli che hai pubblicato?
Bella domanda! La scelta non è facile, ma ecco tre indirizzi imperdibili:
Sartoria Ripense, fondata da Andrea Luparelli, dove in un’atmosfera da gentlemen’s club è bello perdersi tra stoffe per abiti dal gusto sopraffino, scarpe handmade e ordinare ombrelli su misura scegliendo manici e rivestimenti. (http://www.sartoriaripense.com/)
Jaskä, la sartoria dei fratelli Scavelli, per chi cerca camicie bespoke dal design contemporaneo a prezzi più ragionevoli. Strabiliante la palette cromatica per la scelta dei calzini su misura. (http://www.jaska.it/)
Per i cappelli, invece, consiglio anche solo una visita nello splendido laboratorio di Antica Manifattura Cappelli, un monumento dell’artigianato italiano dove scegliere tra coppole, cilindri, colbacchi e panama in un’infinità di materiali. Patrizia Fabri, la titolare, è anche in grado di realizzare cappelli su disegno del cliente, ovviamente tutti fatti a mano. (http://www.antica-cappelleria.it/)
trovo meraviglioso il "prodotto"…come il caro Guerrini, sottolineo l’esigenza che il processo venga esteso a tutto il paese…anche solo a ricordarci il patrimonio di tutta la creatività italica!!!