White Trade Show: il duo Barbara Alan, una magnifica sorpresa da scoprire (e da intervistare!)

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Un amico comune me li ha fatti conoscere all’ultima edizione del White. Avevano uno spazio nel Basement, dove presentavano la collezione per la f/w 2014-15. A colpirmi proposte dallo stile minimale, che nascondono una grande ricerca, all’insegna di purezza di linee e materiali innovativi. Il brand prende il nome dalla coppia dei designer che lo ha fondato, quindi Barbara Alan, una lei italianissima, un lui inglese, che amano far parlare le loro proposte, ma che dopo un’iniziale timidezza si rivelano simpatici e con una gran voglia di condividere il loro lavoro con nuovi clienti ed estimatori. Io, infatti, ho passato una buona mezzora a guardare tutti i capi, a provare la loro sciarpona imbottita (che è entrata nella mia personale wish list, ça va sans dire) e ad interrogarli sui più disparati argomenti. Li ho raggiunti poi nei giorni successivi all’importante fiera milanese di moda per intervistarli e ovviamente farli conoscere anche a voi (ma il loro Facebook è qui, se siete curiosi). Quindi diamo il benvenuto a Barbara Alan.

 

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Come siete arrivati ad una linea vostra? Quale il percorso da soli e quale quello comune fino a come è la linea oggi?
A.: Barbara è italiana, originaria dell’Abruzzo, ha studiato fashion design all’Istituto Marangoni, mentre io sono londinese e ho seguito studio artistici con indirizzo moda. Dopo aver lavorato in Inghilterra, mi sono trasferito a Milano, dove ho iniziato un percorso nel Made in Italy, anche collaborando con brand molto noti. Ci siamo incontrati nel 2004 nel capoluogo lombardo e dal primao incontro ci siamo accorti di avere un punto di vista sulla moda comune, ma anche lo stesso modo di vedere la vita e passioni condivise.
Dopo esserci trasferiti a Londra, per me ovviamente era un ritorno a casa, abbiamo trovato il posto giusto dove far nascere un progetto comune e nel 2012 siamo riusciti a realizzare il sogno di avere il nostro brand. Dopo anni di lavoro da soli abbiamo messo le nostre teste insieme. Barbara Alan è nato così.

Come si lavora in due e come ci si dividono i compiti?
B.: Il nostro motto è “Two heads are better than one”, riusciamo a dividerci perfettamente i compiti, lavorando in totale sintonia quasi sempre. Non esiste un elenco preciso di compiti che svolge uno o che fa l’altro, diciamo che ci adattiamo e ci suddividiamo i lavori in base alla situazione che si crea, il tutto avviene in modo molto naturale e per la grande sintonia che si è creata nel tempo fra noi.

Quale lo stile della collezione?
A.: Modern, Research, Unconventional, Creation, Uniqueness. Sono le parole che da sempre fungono da stimolo e da references per il nostro lavoro. Questo è il nostro approccio alla moda, l’identità della collezione. Sono le parole, una ricerca contemporanea, la voglia di essere unici e originali, l’attitudine a creare in maniera non convenzionale, da cui scaturiscono le nostre collezioni e che ci permettono di proporre capi coerenti sempre fra loro, stagione dopo stagione.

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Ci raccontate la collezione vista al White?
B.: Quella per l’a/i 14-15 ė una collezione minimal, ispirata da forme geometriche. Il nostro punto di partenza è stato una little square pocket che ci ha ispirato ed è stato il punto focale della collezione, perché ci ha fatto progettare tutto partendo da quella forma. Ogni capo è pensato come un quadrato, dalla maxi tee al gilet, fino alla costruzione del parka, arricchita dall’imbottitura creata da piccoli cuscini quadrati removibili a piacere e alla maxi sciarpa imbottita, arricchita esternamente proprio da una tasca quadrata.
Il tutto realizzato utilizzando tessuti di qualità rigorosamente italiani, dal melton al fresco lana, passando per il jersey di lana infeltrito, usando tecniche di costruzione innovative, termoadesivature, tagli laser tipo. Un esempio è la nostra canotta realizzata in un unico pezzo tagliato a laser e poi termosaldato.

Quanto sono importanti fiere come il White per un marchio come il vostro?
B.: Le fiere ver noi sono molto importanti in quanto essendo un nuovo brand ci permette di farci vedere e di creare una serie di contatti importanti per crescere.

A.: Questa al White per noi era la terza edizione. Abbiamo avuto un ottimo riscontro, c’era una bella energia e un’atmosfera frizzante. Lo spazio nel Basement era perfetto per presentare la nostra collezione, perché ha avuto modo di respirare e di spiegarsi da sola. Abbiano notato in questa edizione che non abbiamo dovuto forzarci a parlare e a raccontare, la collezione è stata recepita in modo immediato.
Lo spazio ha permesso a tutti di toccare, di vedere e di provare i pezzi…in poche parole: di sentirli. È stata un’ottima edizione per noi, grazie anche a tutto lo staff che ci ha fatto sentire a casa.

Progetti in cantiere?
A.: Progetti in cantiere ne abbiamo tanti, sono quelli che ci fanno sognare e usare l’immaginazione, ci tengono in vita e permettono alla nostra collezione di crescere.
B.: Uno dei progetti e quello di interagire in modo più attivo e visivo con artisti, ma non chiedermi altro, per ora non ti posso spiegare di più!

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Per saperne di più, questo il sito del brand. 

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