Non conoscevo Willow prima di imbattermi in lui a Pitti. Nella primissima giornata della famosa fiera internazionale, che si svolge due volte l’anno a Firenze, c’era questo illustratore che siglava e decorava cappelli nello stand di quello che è forse il nome più importante al mondo per i copricapo cioè Borsalino. Trascinato da un collega sono andato a curiosare e mi sono innamorato subito dello stile fumettistico e pop di Willow, così come dei cappelli realizzati per il brand. La curiosità nei confronti del suo lavoro era tanta, potevo non contattarlo e fargli qualche domanda per il blog?
Ecco la nostra conversazione, in cui avrete modo di saperne di più su un personaggio davvero simpatico e talentuoso, compreso il suo vero nome e i molti progetti che ha.
Willow all’opera sul mio Borsalino personalizzato a Pitti
Come hai iniziato?
Dopo il liceo scientifico mi sono diplomato alla Scuola del Fumetto e Illustrazione di Milano e lavoro come freelance da 13 anni circa. Ho lavorato per case editrici, agenzia pubblicitarie, studi editoriali. Nei momenti liberi studiavo queste grafiche e “forme” che, sintetizzando e usando il linguaggio proprio del fumetto e i codici della PopArt, sono arrivato a far vivere in un loro “mondo”.
Come sei arrivato alla Neo Pop Art?
A mio parere dal fumetto il passo è breve. Poi c’era la passione latente di utilizzare la stessa semplicità e allo stesso tempo la medesima forza comunicativa di Keith Haring, i colori di Lichtenstein. E poi la voglia di arrivare direttamente alle persone in maniera veloce, senza i filtri che può avere l’editoria.
Perché il nome Willow?
Ho scelto di utilizzare uno pseudonimo che mi identificasse con queste nuove linee, lontane da quello che mi chiedono di disegnare per l’editoria (che trovate nel sito a mio nome www.filippobruno.it). Se poi ci mettiamo l’omonimo film di nani degli anni 80, il fatto che adoro lo stile Fantasy e che sono alto un metro e una ciliegia: eccomi a usare il nome ‘W i l l o w’!
Mi descrivi il tuo stile?
Tre parole per descriverlo: fumetto, comunicazione, colore. Protagoniste dei miei lavori sono forme che si muovono e interagiscono in un loro ambiente. Ognuno può e dovrebbe vederle a suo modo. Alcuni ci hanno visto la nostra società, altri un micrormondo di virus e batteri, molti associano quelle sagome a invertebrati e altri animali marini. È molto bello e curioso anche questo! Utilizzo smalti su tela, che ho scelto per la particolare lucentezza e uniformità nel tratto.
Quali i nomi di riferimento, i personaggi ai quali ti ispiri?
Sfoglio spesso i libri su Keith Haring, Lichtenstein e ultimamente Mirò. Ma poi anche Dalì. Ammetto che va anche un po’ a emozione, a giorni. Studio e imparo dai miei colleghi, da molti artisti contemporanei italiani e non, personaggi di grande calibro della neopop e street art. Poi apprezzo i grandi del fumetto mondiale, personaggi come Moebius, Pazienza, i maestri Disney. Ecco un po’ Disney un po’ Street, mi piace!
Quali i momenti più importanti del tuo percorso?
Sembra brutto dirlo, ma tutti i ‘no’ che quotidianamente mi sono preso da centinaia di case editrici mi hanno messo alla fine sui binari che mi hanno portato a creare qualcosa di mio. Succede quindi che per qualche tempo ti nutri con un po’ di quella delusione, mista a un pochino di cattiveria, sentimenti che però ti fanno crescere, alla fine questa è la gavetta che fanno tutti. E questo ti fa maturare. Impari anche a capire come parlare con le persone. Sai che devi sempre avere l’umiltà di sapere che sei l’ultimo arrivato, ma che comunque quello che presenti, le tue opere, sono il risultato di un percorso a cui tieni e che pensi debba essere comunque rispettato. I momenti importanti poi sono quelli in cui trovi le persone giuste con cui poter collaborare e lavorare con professionalità.
Un ricordo particolarmente importante legato al tuo lavoro?
Sicuramente le collaborazioni con gli amici artisti e le gallerie all’estero, posti come Miami, San Pietroburgo, Montreal, Dusseldorf, Colonia, Francoforte, Parigi. È un’esperienza che consiglio a tutti gli artisti. Viaggiare per un creativo è molto importante, ti nutre la mente, te la apre rendendola ricettiva a cose diverse, vivi nuove esperienze. E poi un’altra cosa particolarmente importante e che continua ancora ora, è il grande consenso che le mie opere hanno avuto tra le persone che mi circondano o che mi hanno conosciuto proprio grazie al mio lavoro. E questa cosa sai, arrivando dall’editoria, sempre un po’ parca di complimenti, ti risveglia e ti regala una spinta incredibile.
Moda e arte sembrano molto connesse. Che dialogo c’è fra questi mondi secondo te?
A mio parere molti stilisti sono grandi artisti, quindi questa connessione c’è già da tempo. Il problema sono forse i tempi, le consegne, le richieste pressanti e continue del mercato che magari sfumano un pochino questa cosa, ma la moda è arte a tutti gli effetti. L’utilizzo dei colori, dei materiali, le misure, le visioni dello stilista sono comuni a qualsiasi artista. Quando poi uno stilista incontra un altro artista e comincia una collaborazione, direi che da due cervelli creativi non possono che venire fuori innovazione, stile e curiosità.
Ci racconti la collaborazione con Borsalino? Come è nata e cosa ha prodotto?
Con Borsalino è stato amore a prima vista. Per me, nel momento in cui mi è stato proposta un’idea di collaborazione, è stato un onore e ho cercato di seguirla al meglio. Un’azienda leader del “Made in Italy” dal 1800 che mi accoglie come creativo direi che porta un bonus gigantesco a questi miei anni di lavoro. Abbiamo prodotto una linea di cappelli con grafiche in stile Neopop che ha suscitato molto interesse, sia all’interno dell’azienda stessa sia fra coloro che la seguono da sempre. Abituati all’alta qualità di Borsalino si sono sorpresi ancora di più alla presentazione della collezione a Pitti Uomo di Giugno, trovando sui cappelli colori e grafiche, ovviamente POP!
Alcune foto da me realizzate all’ultimo Pitti nello stand di Borsalino, protagonisti i capelli realizzati dal marchio con la collaborazione di Willow
Progetti futuri?
Ho appena finito di realizzare con l’artista milanese PAO un murales per una campagna di comunicazione per Smemoranda. Di progetti ce ne sono, ma col cavolo che ve li svelo! Se no poi brucio la sorpresa!
Per saperne di più di Willow potete guardare il suo sito www.willow-art.it o cercare WILLOW ART su Facebook.
Nella pagina 2 ci sono altri lavori di Willow.
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bellissimi !!! grande fan della neo pop art e di Borsalino…li vorrei tutti!!!! ma penso che la mia scelta ricadrà su quello rosso
ADORO-ADORO-ADORO-ADORO-ADORO…COME RESISTERE…MI PIACCINO TROPPISSIMO!!!
[…] il mio amico Willow, tra i maggiori esponenti del neo-pop italiano, che io ho già intervistato (qui), le cui opere sono in esposizione alla Spazio San Giorgio, proprio a partire dal 6 settembre in […]