Alexander McQueen

Ieri ero in redazione, Giovanna -che lavora con me- riceve una telefonata da un amico e le sento dire qualcosa che all’inizio non capisco. Poi tutto è diventato molto chiaro, un paio di telefonate, uno sguardo a internet e la notizia che Alexander McQueen fosse morto è diventata certezza.

Non lo conoscevo ovviamente personalmente, ma se siete avezzi alle pagine di questo blog, avrete notate che fra quei 5 o 6 nomi che ripetevo spesso c’era il suo. McQueen era un genio e ci mancherà, mancherà la sua capacità di immaginare mondi paralleli, di ridisegnare la silhouette maschile e femminile, il suo talento visionario ad un fashion system troppo spesso legato al commercio e al marketing, sempre più sovente propenso a trovare un nuovo enfant prodige, masticarlo velocemente e risputarlo fuori. Leggo ora su altri blog frasi di cordoglio, le più disparate sensazioni e i molti ricordi.

Io non riesco a trovare parole.

 

Anni fa ero solo uno dei tanti fan del mondo della moda, un pazzo che si intrufolava alle sfilate e si faceva fotografare con le modelle. Un giorno un amico mi mostrò un giornale che si chiamava L@bel. Fatto da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, era un piccolo esperimento editoriale, molto ben riuscito graficamente. All’interno conteneva un articolo su McQueen, lo lessi e pensai che io avrei potuto scriverlo meglio. Con una faccia tosta, che non ho quasi mai, scrissi al direttore di quella testata asserendo che io gli servivo assolutamente. Da lì a poco il giornale iniziò un bel viaggio, arrivando in edicola, bilingue, distribuito anche all’estero. Io ne ero il fashion director.

Mentre McQueen diventava uno stilista dal talento riconosciuto universalmente, io guardavo, sognavo e ammiravo il suo lavoro percorrendo un mio piccolo e modestissimo percorso. In questi anni, creativamente, lui è sempre stato un punto di riferimento, anche per me che non sono mai riuscito ad andare ad una sua sfilata o a parlargli.  

Tutto sembrerà molto meno interessante senza di lui, più vuoto. Il mondo della moda da ieri perde una delle figure del fashion design più visionarie, talentuose, significative dei nostri anni. E questo non può non renderci tutti un po’ pù tristi.

  1. Gabriella Rispondi

    Sono commossa….Non ci sono davvero parole…solo una grande tristezza e consapevolezza di aver perso qualcosa di grande, unico e insostituibile.

  2. Marco Rispondi

    Ciao Ste,non so perché ma da ieri mi sento un po’ piu’ solo.E’ come se si fosse creato un vuoto.Non nel mondo della moda, ma in quello dell’ immaginazione.