Benvenuti!

10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
Listen can you hear the distance calling
Far away but will be with you soon
Rocket into outer space in orbit
Take us to the pop stars on the moon

Please fasten your seat belts
My name is Stefano,
I’ll be your captain tonite
The exits are in the front and the rear of the craft

Benvenuti, forse avete capito che questo che avete scoperto è un nuovo pianeta, il pianeta Stefano – beh in effetti il blog non si chiama lepillolediStefano mica per niente! – e io sono lo Stefano in questione.

Se seguivate il blog anche nel precedente gestore, allora forse questa introduzione non vi serve molto, ma se non mi conoscete affatto mi vado or ora a presentare. Molto di me lo dice il sottotitolo del blog: sono da sempre un fanatico della moda e di tutto ciò che è cultura pop, quindi parlo di queste cose in quello che scrivo e della moda ho fatto anche una professione, magari pian piano scoprirete leggendo fra le righe, e non, le tante cose che mi ronzano attorno e nelle quali mi butto, passioni o lavori che siano. Amo tutto ciò che è nuovo, ma al tempo stesso sono legato al vintage, al ri-uso e sono un figlio degli anni ottanta, essendo cresciuto a pane e Madonna (o pane e Duran Duran, così vi concedo anche una variante). Alla voce Kidult sul vocabolario c’è la mia faccia e più che fashion victim, io non amo essere una mera vittima dei trend, che – vista anche la mole non indifferente – tenderei a non seguire quando si parla del mio guardaroba, più che fashionista, parola che mi fa anche un po’ paura, mi ritengo un fashion addict. Mi ritrovo appieno nel termine caro alla Sig.ra Wintour, non foss’altro per il fatto che la metà dei miei introiti mensili finisce dritta dritta in svariate edicole e che per quasi tre anni ho avuto in affitto un appartamento – il mio amato Archivio Guerrini, ora chiuso in tanti scatoloni in cantina, in attesa di nuova sistemazione – per tenerci la mia collezione di riviste. Ebbene sì, non posso fare a meno di comprare almeno tre edizioni di Vogue al mese, spesso 4 o 5, più svariate altre testate, da Bazaar a Interview, da Monocle a V e così via. I giornali di moda sono un po’ come una droga, sono la versione per me adulto di quello che erano i film della vecchia Hollywood quando ero bambino: pura magia e creatività, stile e intrattenimento. In una parola sola: Sogno. Essendo un uomo che ha fatto della borsa un’estensione del proprio io – come sostenne una volta il mio illuminato amico giramondo -, mi porto sempre dietro una quantità industriale di cose, in particolare non mi separo mai dalla mia scassatissima digitale e devo avere ovunque con me un po’ di cancelleria: non sia mai che debba appuntarmi qualcosa e non possa avere a portata di mano un quadernetto Muji e qualche biro colorata!

Mi fermo qui. Ho pensato ad un’immagine che mi rappresentasse, così tanto per iniziare questo nuovo percorso. Vi piace quella che ho scelto?

 

Thank you for flying Stefano’s air
We hope you had a pleasant flight
Please fly with us again

  1. alberto Rispondi

    Leggendo questa presentazione ho capito qualcosa in più riguardo alla inspiegabile sintonia che ci lega ogni qual volta parliamo di immagini, suoni, forme…Banalmente si etichettano gli anni ’80 come anni di edonismo "reaganiano", vacui ed inconsistenti; gli anni delle "spalline", in contrapposizione ai poderosi anni ’70, sperimentali e creativi.Se tutto ciò è abbastanza vero avuto riguardo alle acconciature femminili, è altrettanto vero che "Less than Zero"  di Bret Easton Ellis è del 1985, "Shining" di Stanley Kubrick è del 1980, "Fuori Orario" di Martin Scorsese è del 1986,  "The Queen Is Dead" degli Smiths è del 1986 e risale a quel periodo la reinterpretazione dell’iconografia cristiana di Pierre et Gilles.Prima o poi comprerò una mercedes 560 sec del 1988 e passerò sotto casa tua: tre colpi di clacson e faremo un giro. L’autoradio becker suonerà "Papa don’t preach", rigorosamente a cassetta ed io indosserò una camicia Gianni Versace.

  2. Luca Breseghello Rispondi

    E siamo alla versione 3.0 (sbaglio?) delle Pills… direi che uno spanish “SUERTE” ci sta proprio a pennello, isn’t it?Se per te i vari magazines sono una droga anche i tuoi fedeli lettori some lo scrivente non possono fare a meno della loro dose di Steven’s StuffTake careL