Best kept secret in fashion: la Bottega Pb1 di Max e Yasu (la mia intervista e le foto in esclusiva per lepilloledistefano di Male®)

Lo scorso giugno, il giorno prima dell’inizio ufficiale di Pitti Immagine Uomo, arrivato a Firenze in anticipo, ho accettato l’invito di male®, di andare con lui a vedere una interessante attività a Scandicci: la Bottega di Max e Yasu. Con a fianco il fotografo pronto a immortalare il nostro pomeriggio (quindi le foto che vedete sono le sue in esclusiva per lepilloledistefano), sono arrivato in questo posto fantastico, ben oltre le mie aspettative. Non fatevi confondere dal nome, la Bottega non è un negozio che vende al dettaglio, ma uno studio di progettazione, dove nascono borse, anzi, per essere più precisi, prototipi di borse. Il lavoro di Max Robba e Yasu Kikuoka, da anni nel settore moda, il primo con un curriculum più legato al marketing e alla promozione, il secondo invece arrivato in Italia dal Giappone come designer, è quello di dare ai grandi nomi della moda quel supporto progettuale e di realizzazione, che si pone come passaggio intermedio fra il disegno su carta, l’idea iniziale, e la produzione di massa finale. Questo team italo-giapponese, che comprende anche alcuni collaboratori di Yasu tutti giapponesi, si sta imponendo come una realtà che mancava nel mondo degli accessori, lavorando con nomi importantissimi, ma promuovendo anche idee e progetti propri. Io sono rimasto conquistato, dall’entusiasmo, e dal know how artigianale evidentissimo, ma lascio alle parole di Max, da me intervistato, e alle foto di male® la possibilità di raccontare meglio questa realtà.

So che parto da lontano, ma è una cosa che chiedo sempre, perché mi piace delineare il percorso di chi lavora nella moda e delle persone con cui mi confronto. Come siete arrivati al lavoro nel fashion system? Che percorso avete fatto?
Yasu si è laureato prima in architettura e poi in critica d’arte a Tokyo e dopo una sosta a Hong Kong e a Londra per realizzare alcuni progetti d’architettura è arrivato in Italia, la patria del bello, con il sogno di voler disegnare “cose belle”, diventando il direttore creativo della Richard Ginori porcellane. Io, Max, ho studiato business a Londra e New York, poi per oltre 20 anni sono stato cittadino del mondo: da Londra a Tokyo e ancora SIngapore, New York e Sud Africa, portando il made in italy nel mondo, da Burberry e Versace a Furla. Al rientro in Italia ho deciso di aprire il mio ufficio di consulenza, specializzato nel mondo del lusso.

Da alcuni anni lavorate insieme. Prima c’era anche una linea vostra, ora vi siete focalizzati sul lavorare per terzi. Come è iniziata questa nuova avventura? Ci raccontate il vostro lavoro nel quotidiano?
Abbiamo iniziato nel 2004 una nostra linea di accessori e pezzi unici.  Il nostro obiettivo era di realizzare il meglio che ci fosse sul mercato, sia da un punto di vista del design che di materiali e artigianalità. Ci siamo prima appoggiati a laboratori esterni, ma ci siamo subito resi conto quanto fosse importante la bottega artigiana nel processo di ricerca e sviluppo e di realizzazione di nuove idee. Cosi abbiamo rilevato una storica modelleria in Toscana, bottega PB1, per poter realizzare i nostri prodotti come dall’antica tradizione toscana, e da li la svolta…le migliori case di moda italiane si sono accorte di noi e ci hanno chiesto supporto per sviluppare le loro collezioni. Oggi lavoriamo con le piu grandi aziende del lusso.

Quali sono gli aspetti più curiosi del vostro lavoro? Quelli che la gente non può immaginare ad esempio Cosa vi piace di questo mestiere dopo tanti anni?
Noi trasformiamo un bozzetto, uno schizzo di uno stilista in un prodotto perfetto pronto per la passerella, questo è il passaggio piu’ difficile e ci emozioniamo ancora quando riusciamo a creare un oggetto che pensavamo impossibile da realizzare.  Non c’è software di nuova generazione che riesca a fare questo, il segreto sta tutto nel gioco di rinforzi, tensioni ed energie che si creano realizzando un prodotto in pelle e noi come degli scultori/ingegneri applichiamo le tecniche di rinforzo, sopannatura, spessori e tiraggi. Ma soprattutto ogni giorno è una nuova sfida, nuove tecniche…non si finisce mai di imparare.

L’Italia è sempre stata conosciuta per il know how nel settore moda, legato ai tessuti e all’artigianalità, la sartorialità. La crisi negli anni ha messo in discussione questo? È ancora importante il ‘fatto in Italia’? E in che modo il vostro lavoro si inserisce in una eventuale ripresa dell’interesse verso questo settore?
A Scandicci, dove viene realizzato il 65% della produzione mondiale della pelletteria di lusso, si sta vivendo un momento di gran fervore. L’indotto e il networking sono elementi fondamentali per realizzare prodotti sempre più all’avanguardia e il distretto si sta rafforzando e consolidando.  Le aziende di moda, sempre più attente a stringere collaborazioni con chi ha il know how, sono presenti e attive e questo genera un momento di ripresa. Purtroppo fare impresa in Italia è alquanto ostico, ma questo è un mestiere che si fa soprattutto per passione e non sarebbe possibile realizzarlo in nessuna altra parte del mondo.

Parlando di borse, si parla di pellami, ma anche di una progettualità specifica. Che secondo alcuni giustifica i prezzi, secondo altri no. Ha ancora valore il concetto di lusso in un’epoca come questa?
Il concetto di lusso è valido più che mai, si è trasformato dal semplice utilizzo di materiali pregiati a emozioni e per realizzare questo bisogna agire su tutti i sensi e le sensazioni. Nel nostro lavoro passiamo giornate intere a fare e rifare prodotti che tecnicamente sono perfetti, ma mancano di quel “je ne sais pas quoi…” che ci fa innamorare del prodotto e da questo scaturisce il vero lusso. In un mondo, come quello della moda, in cui la parola lusso è stata usata spesso a sproposito, quello che ci appassiona nel nostro lavoro è creare la vera eccellenza italiana che si basa sulla tradizione pellettiera, formare del personale qualificato in mestieri che sono sempre piu rari da passare di generazione in generazione, e specialmente  su un prodotto autenticamente fatto in Italia che parla di pura eleganzacreare il bello!

Avete dei progetti in cantiere? C’è qualcosa che potete svelarci?
Abbiamo I bauli pieni di sogni e di idee da realizzare, e proprio parlando di bauli questo è il progetto che a breve realizzeremo, aggiungere una falegnameria alla nostra bottega per portare avanti la tradizione malletier che è in via d’estinzione e pensare che l’Italia era tra i leader mondiali di questa tecnica. In abbinato all’artigianalità pura, stiamo lavorando ad un sito di e-commerce per realizzare delle borse su misura attraverso l’utilizzo della tecnologia più avanzata, il cliente potrà disegnarsi la borsa e indossarla virtualmente in 3D prima di effettuare l’ordine.


Per conoscere meglio la realtà di Max Robba e Yasu Kikuoka: www.bottegapb1.com; per saperne di più di male®: www.facebook.com/guaizineoppure www.guaizine.com