Cori Amenta: una piccola intervista ad una grande amica (e la sua collezione è bellissima!)

La conosco da anni ed è da sempre uno dei miei punti di riferimento milanesi. Il nostro affetto non è di facciata, per questo nell’intervistarla ho lasciato anche le battute e i saluti finali. Perché quando intervisti una persona che ti è molto cara è difficile prendere le distanze e io sono smaccatamente dalla sua parte qualsiasi cosa faccia, anche in questa avventura che, se mi levo di dosso i panni dell’amico per indossare quelli del fashion writer, trovo interessante, pop e smart! Intelligente come è lei: Cori Amenta. Siciliana, un passato come stylist, un presente che la vede protagonista del fashion system da un altro punto di vista, quello della designer. E l’avventura di Cori stilista, in realtà iniziata veramente qualche anno fa, ora solo ripresa, ma con cognizione di causa e con idee ben precise, comincia con le scarpe. L’idea è quella di fornire belle calzature anche a chi non ha proprio un piede da fata. E Cori lo fa con il know how che gli viene da anni nella moda, con gusto, capacità e anche con humour, come quando ha deciso, come dice lei stessa, di metterci la faccia! L’ho raggiunta un pomeriggio e questa la nostra chiacchierata online!

Cori ci conosciamo da tanti anni, e amo molto il tuo lavoro di stylist, ma quando ho visto la tua collezione mi sono piacevolmente stupito. Quando hai deciso che il design poteva essere un’avventura affrontabile per te e quando è diventata una collezione di scarpe?
Caro Stefano, ci conosciamo da tanti anni davvero! Trovo che avere la possibilità di creare qualcosa di tuo sia realmente meraviglioso, fra l’altro io sono arrivata a Milano qualche anno fa e dopo essermi diplomata all’Istituto Marangoni, ho lavorato in diversi uffici stile milanesi, poi per caso sono approdata allo styling, lavoro cha amo tuttora moltissimo.

Perché le scarpe e quale l’idea dietro alla linea?
Sono partita dall’accessorio per eccellenza, in quanto mi sono resa conto che in questo momento non esistono sul mercato scarpe che superino la numerazione canonica e io in primis ho il problema delle calzature…porto il 43! Per cui nella mia collezione le calzature vanno dal 37 alla 44.

Cosa hai imparato di nuovo da quando ti sei cimentata in questo mondo? Quanto invece la tua esperienza di stylist ti è stata utile?
Questo mio nuovo ruolo mi vede fare i conti con figure a me sconosciute sino ad ora. C’è tutto un mondo legato al commerciale, ma anche gli incontri con i giornalisti, con i colleghi stylist, con i quali interagisco però stando dall’altra parte. Ma soprattutto quelli che si occupano della moda da un punto di vista economico, i buyer e così via, spesso vengono affascinati o sono interessati da aspetti esattamente opposti rispetto ai miei. È una bella lotta, la temperanza credo sia la dote più grande di cui si ha bisogno in questo lavoro, a volte supera il talento stesso. Viviamo in un momento delicato e non credo alle favole, il lavoro è duro e io mi sto impegnando più che posso, la nascita di qualcosa all’inizio è motivo di stress emotivo, la cosa più importante è non perdere il controllo e non cercare di velocizzare i tempi. E lo dico principalmente a me stessa visto il mio carattere impetuoso, che conosci abbastanza bene.

La soddisfazione più grande sino ad ora?
Creare una collezione che piace è per me motivo di innegabile soddisfazione, più di ogni singolo episodio che potrei raccontarti.

Di recente sei diventata anche modella e, inoltre, un vero omaggio alla pop art, il tuo volto è diventato parte della collezione di scarpe. Come ti sei trovata nel primo ruolo e da cosa è nata invece la scelta di diventare così parte integrante delle tue proposte?
Questa stagione ha un sapore pop glamour che mi ha vista come fantomatica musa di Warhol, ovviamente con spirito divertito! Ci ho messo la faccia, letteralmente, in quanto credo che questa sia la mia strada e per ribadire il concetto. Ma c’è anche uno spirito ironico che in molti hanno colto. Per quanto riguarda il mio ruolo di modella: ammetto di essermi divertita tanto, e lo rifarei subito, consapevole di chi sono e della mia età! Ho posato per la campagna p/e 2013 di Rafael Lopez e l’ho fatto principalmente perché è un amico.

Da dove arrivano le ispirazioni per la tua collezione?
La mia massima fonte d’ispirazione sono le donne stesse. Lo sono diventata per il grande amore che nutro per loro. Le amo belle, sensuali, appariscenti. Jerry Hall potrebbe essere la mia testimonial, lei negli anni Settanta e Ottanta rappresenta la donna sexy e glamour per antonomasia, la figura che immagino indossare le mie creazioni.

Sogni per il futuro?
Vorrei allargare la collezione, realizzare magari delle borse, spero che le cose procedano bene come sembra e mi auguro di poterti convocare quanto prima per mostrartele!

Last, but not least, tu ti ricordi vero che mi hai promesso un paio di sandali? Scherzi a parte, che felicità vedere che la tua linea ha successo, ti abbraccio forte tesoro!
Stefano caro, sappi che per me sarà un grande onore vederti con un mio sandalo basso, che al più presto ti farò avere, così faremo i nostri giri per sfilate ‘super logati’ Cori Amenta! Sei una delle persone che in questi anni ho sentito più vicine, ti voglio bene!

Immagini dell’adv Cori Amenta con protagonista Olga Sherer, scattate da Oskar Cecere.

  1. cetty Rispondi

    Sono davvero contenta di quello che ho letto. Un bel pezzo che non incensa l’amica ma quello che sa esprimere con grande professionalità e passione attraverso le sue creazioni. Complimenti al writer e a Cori. Che il successo ti baci in fronte, alla grandissima!

  2. Elleci Rispondi

    Caspita che belle scarpe!! Davvero sorprendente la metamorfosi di Cori in shoes-designer,brava.

  3. eva perticone Rispondi

    Ciao Cori, un in bocca al lupo di cuore , e ti prego portaci qualcosa in Sicilia, quei sandali bassi sono meravigliosi!