Ingrid Sischy ha mollato. A capo di Interview, come editor in chief, per diciotto anni, ha rappresentato il giornale ben oltre le pagine dello stesso. A fine gennaio di quest’anno lei e il presidente e CEO di Interview Sandra Brant, ex moglie del publisher del magazine Peter Brant, ora marito della supermodel Stephanie Seymour, hanno rassegnato le proprie dimissioni. L’ultimo numero firmato da Ingrid è stato quello di Aprile con Madonna in copertina, intervistata proprio dalla Sischy, eccelsa nel suo ruolo di interlocutrice, non a caso la giornalista è anche contributing editor dell’edizione americana di Vanity Fair, mentre nel suo passato vanta anche un ruolo di editor ad ArtForum ed è stata uno dei curatori della sezione ‘Visitors’ all’interno della Biennale Arte/Moda che si svolse a Firenze nel 1996 e tanto fece scalpore (perché per la prima volta il lavoro di stilisti famosi dialogava apertamente con le opere di artisti internazionali, o con spazi museali, per qualcuno all’epoca un’operazione azzardata, per quell’aura di arte minore e di serie C che la moda PURTROPPO si porta dietro).
Arriva ora in edicola il numero di maggio, Maggie Gyllenhaal in copertina e già all’interno alcuni cambiamenti, soprattutto nella grafica, il vero nuovo corso del giornale si vedrà però solo con il numero di settembre che si annuncia come spettacolare.
Sono molto legato ad Interview, la prima rivista di culto in assoluto sulla quale vidi il mio nome pubblicato, grazie ad una lettera che scrissi tanti anni fa, da semplicissimo fan, all’allora creative director Richard Pandiscio. Non solo Pandiscio la pubblicò, ma mi arrivò a casa una lettera in cui mi ringraziava, per le parole appassionate e l’entusiasmo rivolto al lavoro di un team che ai miei occhi aveva egregiamente portato avanti l’impegno iniziato da quel mito, non solo per il sottoscritto, che era stato Andy Warhol, fondatore della testata nel lontano 1969.
Per quanto mi spiaccia per Ingrid, sono anche molto eccitato e non vedo l’ora di capire in che direzione andrà questa ‘Crystal Ball of Pop’ – sottotitolo che il magazine ha avuto per molto tempo – per il solo fatto che a sostituire la Sischy arrivano due altri miti. Fabien Baron, di recente creative director di Vogue Paris – da cui si è dimesso -, con lo stesso ruolo negli anni novanta accanto a Liz Tilberis nel meraviglioso Harper’s Bazaar, art director di Vogue Italia per un anno e mezzo alla fine degli anni ottanta, ritorna ad Interview, dove aveva lavorato dal 1990 al 1992, e insieme a lui torna, nel magazine dove era stato editor e art director molto tempo fa proprio alle dipendenza del re della pop art, anche Glen O’Brien, giornalista di Paper, Vanity Fair Us e columnist amato dell’edizione italiana dello stesso giornale.
Ora Baron e O’Brien sono editorial directors della Brant Publications e quindi a capo di Interview.
Mi aspetto grandi cose da questi due personaggi incredibili. Si può fremere non per l’uscita di un disco o di un film, ma per come cambierà un giornale? Beh, nel mio caso, sì!
PS: tanto per essere ancora più saccenti di così e per passarvi tante info da farvi girare la testa! Se Madonna, Her MADGEsty, nel numero di aprile è stata fotografata da Steven Klein (anche se – ditelo – il lavoro con lei più egregio lo ha fatto Meisel su Vanity Fair!), a fotografare Maggie su quello di maggio è Bryan Adams. Sì, proprio lui, quello che cantava "Summer of ’69" e che, da quando fa il fotografo e ha smesso di gorgheggiare "(Everything I do) I do it for you", mi sta anche molto più simpatico!!!
rivista che bisogna assolutamente comprare..poi le ultime due copertine sono spettacolari..anche se in euro devi sborsare circa 10€ ma li merita sicuramente!!!!!!!!
stefano, sei un guru. Vabbè, farò una capatina all’aeroporto di catania o all’edicola internazionale di taormina per cercare interview… aggiungiamo un tassello alla già vasta congerie di cose superflue di cui non riesco a farne più a meno.