Un fotografo che ha studiato alla Central St. Martins e che ha collaborato con gli amici di Bello Mag e un giovane designer di moda maschile che ha profonde radici nella cultura italiana. Entrambi brasiliani, ma con un potenziale che va ben oltre la nazione che li ospita. Sono i protagonisti di questo post. È stato Ricardo Hegenbart a contattarmi su Facebook e a farmi scoprire il suo lavoro, quello di un giovane fotografo che dopo gli inizi come editorial designer, guidato dall’amore per i giornali di moda e la fotografia, ha deciso di spostarsi a Londra e portare avanti la sua passione, mentre ora che è tornato a casa e ha trovato nello scattare la moda maschile un’espressione precisa della sua creatività, racconta che il suo sogno sarebbe quello di fotografare sott’acqua! Ricardo mi ha fatto scoprire Jonathan Scarpari e la sua collezione che parte da studi matematici, espressi nella linea dal ricorrere di una struttura fatta a mano che rimanda al favo delle api. Forme asciutte e pulite, con colli alti che aiutano a scolpire la silhouette. Per una figura maschile erudita, che eredita però i semi di una bellezza di un mondo bucolico che rimanda all’Oriente e all’Arabia. Ho intervistato Jonathan in esclusiva per lepilloledistefano, mentre Ricardo ne ha fotografato gli abiti per noi.
A photographer who studied at Central St. Martins and has worked with our friends of Bello Mag and a young male fashion designers who has deep roots in Italian culture. Both Brazilians, but with a potential that goes far beyond the country that hosts them. They are the protagonists of this post. It has been Ricardo Hegenbart who contacted me on Facebook and I discovered his work, the one of a young talented photographer who, after his beginning ad an editorial designer, driven by his love for fashion magazines and photography, decided to move to London and carry on his passion, but now that he came back home and found in shooting men’s fashion a precise expression of his creativity, he says that his dream would be to take pictures underwater! Ricardo made me discover Jonathan Scarpari and his collection which starts from mathematical studies, expressed in the line with the repeated use of a hand-made structure that refers to the honeycomb of bees. Forms are clean and dry, with high collars that help to sculpt the silhouette. For an erudite male figure, though inheriting the seeds of a bucolic beauty of a world that refers to the Orient and Arabia. I interviewed Jonathan exclusive for lepilloledistefano, while Ricardo has photographed his collection for us.
Photography: Ricardo Hegenbart (www.ricardohegenbart.com)
Model: Kaue Machado @JOY Model Management
Grooming: Sophia Barros
Innanzitutto mi piacerebbe sapere come hai iniziato. La moda è un settore nel quale hai sempre voluto lavorare? Hai studiato per questo? Quale percorso ti ha condotto ad una linea a tuo nome?
Ero uno studente di chimica. Mi mancavano due semestri per laurearmi. Dopo aver acquistato tanto e aver letto molto di moda, che è stata sempre la mia vera passione, ho abbandonato la scienza, i bicchieri di Becker e i palloni volumetrici. Beh, il mio coinvolgimento con la moda è iniziato in realtà nel 2007. Ho cominciato a frequentare un corso presso il SENAC, e dopo ne ho fatti altri e ho preso parte a vari progetti. In quel periodo, uno dei look che avevo creato è stato scelto per una campagna pubblicitaria del SENAC, per il primo Corso Tecnico in Moda di Rio Grande do Sul. Bene, a questo punto mi sono proprio innamorato. Da lì ho iniziato un corso di Laurea in Moda presso l’UniRitter di San Paolo. Con il passar del tempo, altri lavori sono apparsi e il coinvolgimento con la moda è diventato una realtà. Ho lavorato con Helen Rödel (persona affascinante, la quale ringrazio tanto), e dopodiché ho cominciato a investire e a creare la mia identità creativa. Sono sempre stato innamorato della moda maschile e ho intravisto una possibilità di far vedere questa passione tramite le mie creazioni. Così, tutto si è ingrandito. I miei capi sono esposti ora nella ‘VOGA Loja Galeria’ di San Paolo e nel ‘Gabinete de Curiosidade’ a Porto Alegre. Uno degli ultimi avvenimenti è stato il premio come miglior video di moda, che racconta la collezione, presentato di recente durante la manifestazione ‘Donna Fashion Iguatemi’. Grazie a questo premio presenteremo il nuovo video della collezione nella ‘Casa de Criadores’, a San Paolo, il prossimo maggio.
Mi puoi definire il tuo stile?
Il mio stile… domanda difficile da rispondere, sono prudente. Mi piace mescolare capi che abbiano un grande impatto con capi che trasmettano valori più conservatori. Mi piace far così nelle mie creazioni. Credo che questo capiti costantemente nel mio percorso nel fashion design.
Quale il target di riferimento per la tua linea di abiti maschili?
Il mio è un pubblico che capisce la moda e a cui piace la moda. Che apprezza la creatività. Mi piacciono le persone che rimangono affascinate dagli abiti e questo lo si capisce dal loro sguardo. Sono persone che cercano emozioni in quello che scelgono di indossare.
Da dove vengono gli input ispirativi per le tue creazioni?
Il mio processo creativo avviene lungo la collezione. Comincia con una idea principale e questa a poco a poco diventa più matura, faccio dei test e delle ricerche fino a che tutto si materializza. Ed essa va molto oltre, ancor prima della sfilata, poiché il processo è molto intenso. La mia più grande è data dai miei legami parentali, la mia è una famiglia italiana e sono cresciuto in un ambiente di campagna. Da piccolo sentivo mia nonna che cantava e parlava in italiano. I miei nonni, paterni e materni, sono contadini a Santa Catarina e questo mestiere è stato continuato da mio padre. Sono cresciuto in un mondo di riso, bestiame, orti, vigne e macchine agricole, con un contatto molto forte con la terra, con la natura. Tutto ciò influenza il mio lavoro. Alla fine cerco spesso le mie origini e la mia identità. Da dove sono venuto, chi sono! Credo che sia molto importante per la mia vita e per la moda che voglio sviluppare.
Sei molto giovane, pensi che il sistema moda aiuti i designer emergenti come te?
Secondo me è tutto molto difficile. I giovani stilisti devono fare molto per ottenere degli spazi. Non vi è molto sostegno, incentivi per questo. Dobbiamo sudare per presentare e far vedere i nostri lavori.
Ci sono in particolare delle persone che ti senti di ringraziare per il loro aiuto?
Sicuro, ci sono persone che sono nel mio cuore, che sono sempre state con me e hanno creduto fino ad oggi e credono ancora in quello che faccio. Mia madre e i miei fratelli sono una prova di ciò. Strada facendo ho incontrato figure incredibili e amici. Helen Rödel è stata una di queste persone, mi ha offerto la mano in un momento critico della mia vita e ha saputo come valorizzare il mio lavoro e la mia amicizia.
Il momento più significativo della tua carriera sino ad ora?
Ho avuto vari momenti importanti nella mia vita. Ma quando mi fermo un attimo e ci penso mi viene in mente soltanto un’immagine: il momento in cui ho aperto e ho guardato il video della collezione. Mi sono molto emozionato e ho pianto. Sono stato per molto tempo seduto in cucina, seduto a tavola, a pensare a tutto quello che la vita ci offre. Una mia grande amica mi ha detto una volta che Dio da un peso a chi è capace di sostenerlo. Non credevo avrei potuto fare tutto quello che ha portato a termine e che avrei creato quel lavoro. Sono sogni di questo tipo che permettono ai nuovi stilisti di credere in se stessi e di continuare ad andare avanti.
Quali altri designer ti piacciono?
Cerco di non farmi influenzare dal lavoro di altri.. Sicuramente le creazioni di molti stilisti m’incantano. Marchi come Mugler, Lanvin, Raf Simons, Ermenegildo Zegna.
La tua definizione di eleganza?
Ci sono tante forme e significati di eleganza. Alcune per me sono di estrema importanza. Elegante è chi dimostra interesse e curiosità per argomenti sconosciuti, è saper ricambiare premura e solidarietà. È elegante la gentilezza, gli atteggiamenti cortesi parlano più di mille immagini. Elegante è fare qualcosa per qualcuno, anche quando sei diventato matto per portare a termine questa cosa.
Quale capo di abbigliamento secondo te non deve mancare nel guardaroba maschile e quale invece proprio non ti piace?
Non si può fare a meno in un guardaroba maschile di una buona camicia. Ben tagliata e raffinata. Non esiste nessun capo che non mi piace, credo che tutti i capi si possano usare.
Ci puoi raccontare qualcosa del momento creativo che la tua nazione sta attraversando al momento?
Il Brasile è un paese con un bagaglio culturale incredibile. Abbiamo avuto colonizzazioni da varie parti dell’Europa e inoltre abbiamo la cultura brasiliana che si mescola ad esse. Credo che il momento sia di espansione e che abbiamo molti occhi puntati addosso dal resto del mondo. Abbiamo creatività, esploriamo e corriamo dei rischi.
Sogni e progetti per il futuro?
Credo di appartenere totalmente al futuro. Penso che lavorando e presentando un ottimo lavoro raccoglierò dei frutti. Ho questo nella mia mente e nel mio cuore.
Per saperne di più sul designer / To learn more about the designer: http://www.jonathanscarpari.com/
On the second page of this post the english version of the interview.
Pagine: 1 2
cool!!
Wonderfull!!!!!!!!!!
Uma coleção incrível e maravilhosa! Muitas noites e dias de dedicação para alcançar este resultado!
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ho trovato l’articolo molto interessante sotto molti punti di vista… in primis mi hanno colpito le risposte dell’intervistato che mi hanno fatto riflettere molto sul significato della moda, su chi la fa e su quello che si sta cercando di comunicare attraverso questa. complimenti! 😀
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