Doveva esserci anche il sottoscritto in questo libro, la gentilissima Anna, che nel chiedermi di scambiare due chiacchiere con me per questa sua opera mi ha sicuramente onorato e ha solleticato il mio ego, ha anche pazientato tanto, ma essendo io un uomo con la valigia in mano, non sono riuscito a coordinare i miei tempi con i suoi. L’idea di un libro sulle professioni mi piace molto, essendo fortemente convinto che la moda non sia solo quello che nell’immaginario comune sembra apparire, un mondo dorato, fatto di lustrini e bellezza, ma un sistema che fa lavorare moltissime persone, molte delle quali sono professionisti seri, competenti e appassionati. Il libro scritto da Anna Zinola “Dietro le quinte della moda” è davvero un must per tutti quelli che vogliono capire come sia il behind the scenes di un mondo che incuriosisce davvero tanta gente. Anna si è prestata al mio ‘fuoco’ incrociato di domande. Ecco la nostra chiacchierata.
L’idea del libro è nata un pomeriggio, gironzolando per negozi con mia figlia. Da non addetta ai lavori (nella vita mi occupo di marketing) mi sono chiesta: che cosa c’è dietro? Quante persone lavorano per creare e far conoscere questo paio di scarpe, per far sì che diventino le “scarpe del desiderio” della stagione? Che cosa succede nel momento in cui lo stilista, o chi per lui, disegna un bozzetto? Quale è il percorso che porta dal bozzetto alla sfilata e, poi, dalla sfilata al negozio? Mi sono, insomma, chiesta quali sono le figure che si muovono dietro le quinte, nel backstage: chi sono, cosa fanno, che formazione e che competenze hanno e (perché no?) quanto guadagnano.
Cosa hai scoperto mentre lo realizzavi? Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Ho capito che i professionisti che appaiono, quelli noti al grande pubblico (come lo stilista, le modelle o i fotografi), sono semplicemente la punta dell’iceberg. E l’iceberg, sotto, è enorme, fatto di tante persone che credono in ciò che fanno e, nell’ombra, lavorano duramente. Mi riferisco, per esempio, ai visual merchandiser: senza di loro i negozi non sarebbero così attraenti e i prodotti non ci apparirebbero così desiderabili. Allo stesso modo senza i modellisti il disegno dello stilista non si trasformerebbe in un capo vero e proprio e senza gli stylist non troveremmo, sulle riviste, quelle immagini splendide, sempre un po’ sospese tra sogno e realtà
Sono completamente d’accordo con te! Dietro questa apparenza frivola, fatta di feste e bei vestiti, si cela un mondo faticoso, nel quale ci si impegna molto. E, come noti tu, tanto più in un momento storico come questo. Non solo: occorre anche studiare parecchio. Molte delle persone che ho incontrato hanno seguito master, corsi di specializzazione e, una volta entrati nel mondo del lavoro, hanno continuato a leggere, informarsi, mantenersi aggiornati.
L’Italia resta un punto di riferimento per le professioni della moda. Sono tantissimi i giovani stranieri (in particolare provenienti dalla così detta area Bric, che comprende Brasile, Russia, India e Cina) che ogni anno vengono qui per frequentare una scuola specializzata. Credo che, nel nostro paese, questi ragazzi trovino il giusto mix di conoscenza teorica e competenza operativa, pratica. Inoltre, al termine del percorso di studi hanno, spesso, la possibilità di svolgere stage e di conoscere così, dal di dentro, le aziende. Un bagaglio di esperienza che portano nel proprio paese, dove frequentemente danno vita a piccole imprese molto interessanti.
lo voglio assolutamente!!!grazie 1000 per l’ottima segnalazione come sempre
bello.. sembra un libro interessante.. credo che mi farò tantare..
Vado subito a comprarlo!!!