"La notte dei desideri": i look di Jovanotti commentati dallo stylist del video in esclusiva per lepilloledistefano!

È una delle icone del pop italiano, nella sua carriera è riuscito nel difficile transito da idolo dei ragazzi di una generazione ad artista più trasversale, amato da un pubblico che comprende persone di età ed estrazioni diverse. Jovanotti non è un cantante che piace per il suo bel viso (o almeno ‘non solo’, visto che è dotato di indubbio fascino), ma per i contenuti che ha saputo trasmettere nel suo percorso artistico. Tutto questo esprimendo una ricerca che dall’ambito musicale ha abbracciato anche il visivo con i suoi video, spesso molto originali, e lo stile, senza mai risultare un fenomeno schiavo della moda, ma utilizzando gli abiti come elemento capace di completare un quadro in cui al primo posto viene il messaggio che di volta in volta vuole trasmettere. Il video “La notte dei desideri”, con la sua dimensione onirica e spiritosa, diverte e affascina per un approccio estetico che si avvale di molti cambi d’abito. Abbiamo incontrato Nicolò Cerioni che si è occupato dello styling del video. Cerioni, che è anche un amico de lepilloledistefano, professionista che da anni lavora nell’ambito della moda e dello showbiz, ci racconta: “La regia del video è firmata da Leandro Manuel Emede, che con me compone lo Sugarkane Studio, e da Lorenzo Jovanotti. Dopo numerosi brainstorming tra  Sugarkane e Lorenzo, un ricco scambio di mail piene di immagini, mood e riferimenti vari mi sono buttato a capofitto nella ricerca per il video. Le direzioni erano due: la prima si concentrava sul mondo dei pigiami e la seconda su un mondo diametralmente opposto, quello della moda più sparata e onirica. Alla fine la ricerca che ho voluto fare è piena di contrasti, si passa dai nomi più conosciuti del panorama moda a nomi più street, passando per emergenti internazionali e italiani. La sensazione doveva essere quella di un sogno, di una grande festa e credo che siamo riusciti nell’intento.”

Ecco i frame del nuovo video di Jovanotti, con i look commentati da Cerioni, in esclusiva per lepilloledistefano!

“Lorenzo voleva concentrarsi nello specifico sulla vestaglia, quindi la ricerca si è diretta verso il  classico pigiama maschile con un twist però ‘jovanottiano’ nella sua storica adidas che ha dai tempi di ‘Gimme Five’. La casacca del pigiama è di Prada, come la vestaglia, mentre i pantaloni a righe sono di Brioni.”

“Io sono un gradissimo fan di Jeremy Scott, è uno dei miei designer preferiti,  e quando feci vedere questo completo da torero di adidas Originals by Jeremy Scott a Lorenzo, lui ne è rimasto subito colpito e lo ha voluto indossare. Stessa cosa è successa per il frac di felpa tigrato (foto sotto) sempre di Jeremy.”

“I riferimenti al mondo animale sono sempre presenti nei testi di Lorenzo e quando ho visto questi abiti ispirati ai gorilla di Ziv Gil Kazenstein mi è subito venuto in mente il pezzo di Lorenzo “Safari”. Ziv è un giovanissimo stilista emergente che vive a Londra. I suoi sono pezzi molto complessi, ma la manifattura è davvero impressionante, sono realizzati benissimo. Nel look con la camicia lunga ho aggiunto i copri-stivali di Elena Cardinali (una giovane designer di scarpe) usati come maniche per estremizzare il concetto animale, mentre le scarpe sono di Moma, un’azienda marchigiana che realizza calzature a mano.
Nel look con il “pellicciotto” invece ho messo le nuove scarpe a forma di panda di adidas Originals di Jeremy Scott, mi sembravano perfette! I pantaloni sono Diesel.”

“Per questi look è stato un colpo di fulmine. Stavo facendo ricerca, quando mi sono imbattuto nella sfilata di Craig Green. Lorenzo in una conversazione aveva detto di volere degli elementi alla Terry Gilliam, quindi quando vidi le creazioni di Green me ne sono innamorato. Ho contattato il designer per chiedergli le cose per Lorenzo e Craig si è reso subito disponibile ma c’era un piccolo problema: i capi non erano a Londra ma  erano esposti in un museo di arte contemporanea ad Atene chiamato Atopos Politistikos Organismos. I curatori del museo sono stati gentilissimi e in pochi giorni 4 scatole giganti sono arrivate in Italia. Solo quella che conteneva alcuni abiti e la casa pesava 20 kg! Craig Green si è diplomato alla Saint Martins di Londra e ha vinto il prestigioso premio New Era.”

“Quando Lorenzo è entrato nel guardaroba del video ha subito indossato questa camicia di Emiliano Rinaldi, di cui si è innamorato. Volevo dare al look un twist anni 90, allora ho aggiunto questi occhiali di Jeremy Scott per Linda Farrow.”

“Lorenzo ha molti capi di Costume National, e questo realizzato interamente di paillettes quadrate opache è veramente pazzesco. Ho pensato allora di estremizzare il concetto “luminoso” dell’abito, aggiungendo il papillon di ceramica oro di Cor Sine Labe Doli e la stupenda maschera di Francesco Scognamiglio. Mi piace moltissimo la visione artistica di Francesco, e sono davvero contento di aver potuto utilizzare un suo pezzo. Infine una nota carina e per i fan di lunga data di Jovanotti, nel frame in cui con il completo in paillettes indossa il cappello da cowboy, quel cappello è lo stesso con cui Lorenzo fu fotografato per l’interno del vinile del disco ‘La mia moto’ del 1989!”

“Questa collezione di Givenchy mi piace tantissimo e sono molto felice di aver avuto la possibilità di usarla in questo video perché mi sembrava adattissima al mondo onirico che il video rappresenta. I capi disegnati da Riccardo Tisci sono perfetti per la fisicità slanciata di Lorenzo. È un tocco dark e un contenuto moda forte che nel video mancava.”

“Mi piaceva il concetto di mischiare dei look più estremi a capi della tradizione sartoriale italiana: questa giacca di Brioni, come le altre presenti nel video, sono la perfetta via di mezzo tra vecchia scuola italiana e l’innovazione. La cravatta è di Cor Sine Labe Doli, mentre i pantaloni sono Diesel.”

“La giacca che Lorenzo indossa in questa foto è una vera giacca di una banda americana, trovato in un mercatino vintage, mentre gli occhiali “surrealisti “con le mani sono di Jeremy Scott per Linda Farrow.”

Nella seconda pagina un profilo dello Sugarkane Studio

Pagine: 1 2