Ero in Santa Cecilia, una viuzza dietro San Babila, strada a fondo cieco che termina con un palazzo, e lì c’era lo show-room di Dolce & Gabbana. Lo sapevo bene visto che invece dei manuali di anatomia, le mie ore di studio erano dedicate a imparare a memoria indirizzi, nomi di designer e i luoghi ‘sacri’ per ogni fashion addicted a Milano. Alla fine decisi che sarei andate alle sfilate. Il come, visto che non avevo un invito neanche per sbaglio, poco importava. L’idea era quella di piazzarmi in Via Santa Cecilia, almeno avrei visto entrare e uscire le supermodel e gli addetti ai lavori. E feci così. Quindi, ritornando all’inizio della storia: ero in Santa Cecilia, ho ancora le foto alle pareti a ricordarmelo, ad un certo punto finita la sfilata, iniziarono ad uscire tutti e, in mezzo alla folla degli ospiti, anche loro: Linda, Cindy, Naomi, Helena. Io come una libellula impazzita, e con la fedele Smemoranda in mano, passavo dall’una all’altra a chiedere autografi e a far foto. Ammetto che il mio cervello forse è anche andato in tilt per un attimo, in fondo ero un ragazzino che sognava sulle pagine di Vogue e ora quelle pagine in qualche modo ai miei occhi avevano preso vita. Fast forward la scena si sposta in fiera, con il suo vecchio ingresso in Piazza VI Febbraio, e riesco a fermare di nuovo Linda, la mia preferita, il camaleonte, la trasformista, la musa di Steven Meisel, il mio eroe di allora, e di sempre, per strapparle il tempo di una foto insieme, scatto che poi le feci autografare in una successiva fashion week. Ricordo che delle tante cose che avrei potuto dirle mi uscì solo un: “Linda, ma Christy dov’è?”. Christy di cognome faceva Turlington e con la Evangelista stessa e la Campbell erano per i media ‘La Trinità’, l’Olimpo delle supertop. Per me erano inscindibili e non vederla in quei giorni era ai miei occhi come dividere un’entità divina inseparabile, una sorta di eresia, insomma! Lei avrà pensato che il mio q.i. rasentasse 12 e non di più, ma mi rispose sorridendo: “She’s down in L.A.”, con un tono di voce che rendeva il fatto che Christy fosse dall’altra parte del pianeta naturalissimo per me che da Lugo di Romagna mi ero spostato al massimo per andare in Inghilterra con l’EF! Quel tono stava per: “Ma come Stefano, non ti ricordi che è a Los Angeles a scattare?”, mi fece sentire parte di qualcosa e se mi avesse invitato in quel momento a prendere un caffè mi sarebbe sembrato plausibile. Ovviamente questa cosa non avvenne mai. Perché vi racconto tutto questo? Semplice: come faccio a non rivedere un po’ di me e del mio percorso ogni volta che un giornale dedica uno speciale alle supermodel? È impossibile e infatti anche questa volta è accaduto. Il numero di settembre di Interview ha ben sette copertine diverse, scattate da Mert & Marcus, ognuna dedicata ad una supermodel, per uno speciale che promette 105 ‘most fabolous faces in fashion”! Linda, Amber, Kate, Christy, Daria, Stephanie, Naomi. A vederle mi va il cuore in fibrillazione e vi confesso, ma non ne sarete stupiti, che io voglio tutte e sette le cover, mi svenerò, romperò il salvadanaio a porcellino, chiederò un prestito, ma le devo avere per l’Archivio Guerrini! Voi quale scegliete?
Amo INTERVIEW!!!!
Ossignur!! E quanto pensi di psendere ‘sto mese per collezionarle tutte?!?
Aiuto!!!
Fermatelo!!!