Mi è capitato di incontrare Yasu tre volte. La prima ad una cena anni fa, in occasione della primissima presentazione che fece della sua collezione a Milano. Non comunicammo molto, lui non parlava un grande inglese e il mio giapponese si ferma a tre parole, per cui riuscimmo solo a capire che amavamo entrambi alcuni cartoni e manga made in Japan (soprattutto il lavoro di Ai Yazawa, di cui lui apprezzava "Nana", io " I Cortili del cuore"). Poi l’ho intervistato e nell’occasione si è dimostrato uno di quei designer che affrontano la moda in maniera decisamente profonda, con discorsi che arrivarono addirittura alla fisica (immaginatevi me, che cercavo di seguire lui e il suo traduttore, fu davvero divertente!). Apprezzai molto la sua voglia di comunicare con me, di raccontarsi, di spiegare il suo lavoro, cercando di superare le barriere linguistiche. Lo rividi con piacere ad un recente Pitti a Firenze, dove parlava della sua collaborazione con Puma e ancora mi rammarico di non avergli mai fatto recapitare un ciondolo che io indossavo e che lui aveva dimostrato di apprezzare particolarmente. Il mio ricordo quindi di Mihara Yasuhiro non può che essere positivo. Ora guardo la collezione per l’autunno/inverno 2011-2012 che ha sfilato a Parigi e me ne sono innamorato. Le giacche e i capispalla sono una meraviglia. Continuo ad ammirare la ricerca del designer, quell’approccio alla moda che rende i suoi capi spesso già al semplice colpo d’occhio qualcosa che non sembra arrivare ex novo al nostro guardaroba, ma averne fatto parte da sempre, quell’attenzione al design nel renderlo umano, nel dare una storia all’abito. Bravo.
foto da homotography.blogspot.com
E fu subito amore *_*. Adoro tutto! Si vede che è giapponese per l’asimmetrica perfezione dei suoi capi ;D.Poi sapevi che Ai Yazawa ha studiato da stilista? Ti consiglio pure Paradise Kiss (spero un giorno finirà pure Nana che è lunghissimo ma sempre bello e toccante. Uno dei miei preferiti) e Ultimi raggi di Luna!