Me lo ha presentato un amico comune e mi ha incuriosito subito, soprattutto mi piaceva la sua creatività versatile e l’amore per i materiali. Alla fine ci siamo incontrati proprio sul set di quello che è diventato il servizio che vedete in questo post. Matteo Pellegrino, nato nel 1982 a Chieti, ma cresciuto a Lecce e poi trasferitosi a Milano per studiare. Una laurea in Design al Politecnico, la collaborazione iniziata a soli 22 anni con Fish Design di Gaetano Pesce e poi altre collaborazioni importanti che comprendono le collezioni Mendinismi di Alessandro Mendini e Nativo Campana dei fratelli Campana, ma anche una incursione nella moda grazie alla collaborazione con Mila Schön. Ad oggetti più pop, la rielaborazione di prodotti di uso comune, la seduta o il vaso, si affiancano creazioni più concettuali e personali, che nascono spesso dalle sue sperimentazione e gli approfondimenti fatti sulle lavorazioni di plastiche, resine e siliconi, a cui unisce metalli, legno e creta. Vincendo un certo imbarazzo iniziale, Matteo Pellegrino si è prestato a fare il modello per queste foto di Gianluca Mazza per Cooc Studio, con il mio styling, e mi ha raccontato meglio il suo lavoro. Eccovi la nostra chiacchierata.
Fotografo: Gianluca Mazza – Cooc Studio
Stylist: Stefano Guerrini
Stylist assistant: Piermattia Aiello
Make-up: Karolina Nurkowska
Model: Matteo Pellegrino
Tutti gli oggetti fotografati sono idee, opere e progetti di Matteo.
Come ti sei avvicinato al mondo della creatività e in che momento hai deciso che il tuo lavoro sarebbe stato legato a questo ambito?
Ho forse imparato da mio padre, dalla sua passione per i colori, i materiali e dalla sua libertà d’espressione. Ho deciso che ne avrei fatto una professione quando non potevo fare a meno di guardare le cose, senza chiedermi “cosa cambierei” e immediatamente dopo “come”.
Riesci a definire ora il tuo lavoro?
Fare design vuol dire giocare con i processi produttivi e arrivare all’idea, migliorare l’esistente. La mia intenzione è applicare questa regola a diversi contesti produttivi, ampliare il più possibile la capacità d’azione e interazione con mondi diversi.
Maglione in lana a trecce / wool sweater Messagerie, T-shirt / T-shirt Philipp Plein, jeans / denim trousers Maison Clochard
Hai lavorato con Pesce, ci racconti che esperienza è stata?
Sono entrato in Fish Design nel 2004, ero ancora uno studente. Volevo lavorare per Gaetano Pesce. Anni prima toccare un suo vaso aveva rimescolato la mia idea di “bellezza”. Lavorare al suo fianco è stato molto importante. Ho imparato moltissimo anche in maniera indiretta, maneggiando i suoi materiali e padroneggiando le varie tecniche. Ha modificato molto il mio approccio progettuale. Pesce diceva che “chi fa, diventa artista”, nella sua visione non c’è maggiore stimolo del provare a fare cose nuove e affinarle. Ho imparato a dare un senso alla mia ricerca di nuovo.
Giubbino in lana / wool bomber jacket Maison Clochard, camicia / shirt North Sails, jeans / denim trousers Philipp Plein, anello / ring model’s own
La materia è molto importante per il tuo lavoro. Che materiali usi e perché sei arrivato ad essi?
Adoro il contatto con i materiali, ma sono solo un mezzo espressivo. Nei progetti realizzati fino ad ora li ho utilizzati in maniera chiassosa ed esibizionista, utilizzando colori forti e tattilità sensuali. Ho sempre pensato che un oggetto sia fatto solo per metà di materia, il resto è ricerca e personalità. Ammiro profondamente i designer come Tokujin Yoshioka che riescono a imprimere personalità alla materia, così come all’assenza di materia. Io uso soprattutto la schiuma, quella di poliuretano in particolare, perchè è un materiale vivo! Risente delle mutazioni climatiche, ha un suo carattere se la lasci espandere liberamente. La gamma di densità offerta permette di restituire a chi la usa differenti tattilità, dalla morbidezza della spugna alla rigidità del legno. A questo materiale sono arrivato spinto dalla curiosità, non è facile da maneggiare.
Giubbino e T-shirt / leather jacket and T-shirt Philipp Plein, jeans / denim trousers Maison Clochard, borsa / bag Messagerie
Per la prima volta hai posato come modello, come ti sei trovato?
Mi sono divertito molto! Era decisamente un’esperienza nuova! Non penso di essere particolarmente fotogenico.
Il mio è un blog di stile. Ci racconti cosa non può mancare nel tuo guardaroba e come definisci il tuo stile?
Non esco di casa senza giacca, ne ho molte e le abbino al momento. Un’altra passione sono le scarpe, in particolare le sneakers che di solito indosso a contrasto con tutto il resto, odio gli abbinamenti. Amo le camicie sartoriali (avendo difficoltà a trovarne della mia taglia). In estate solo espadrillas, in inverno amo i guanti.
Cosa è la bellezza secondo te?
Come ti dicevo, Gaetano Pesce mi ha molto influenzato su questo punto. Forse sono più vicino a un’idea estetica di imperfezione…
Giacca / jacket Messagerie, camicia / shirt North Sails, jeans / denim trousers Bally, sciarpa / scarf Artillery Lane, scarpe / shoes Raparo
In che modo secondo te moda e arte, moda e design dialogano in questa epoca?
In questo particolare momento storico trovo anacronistico definire i confini tra i vari settori creativi. Moda, arte e design sono parenti stretti, se legati da una logica di progetto.
Camicia con inserto in pelle / shirt with leather part Bally, sciarpa / scarf Messagerie, anello / ring model’s own
Sei stato fotografato insieme ad alcuni tuoi oggetti, ce li racconti?
Alcuni sono solo bozzetti ed esperimenti. Altri, ad esempio il vaso della serie Foam (quello con la mano gialla e rossa) è un oggetto al quale sono particolarmente attaccato. È un esempio azzeccatissimo di quello che dicevo prima sulla schiuma. Molta della scenograficità di questo oggetto è “spontanea”. Nasce dalla riflessione sul vuoto e sul pieno. Quando si acquista un vaso o un bicchiere, la maggior parte del tempo rimane vuoto e inutilizzato, confondendolo spesso con una scultura. Per questo motivo ho creato questa serie di vasi “maivuoti”: quando non vengono utilizzati, sono effettivamente delle “sculture”, quando vengono riempiti con dei fiori, assumono immediatamente la loro funzione. Per realizzare questo oggetto ho usato della schiuma di poliuretano morbida, praticamente una spugna, che invece di “contenere” l’acqua la “trattiene”.
Giubbino in pelle / leather biker jacket Philipp Plein, cardigan / cardigan Messagerie, T-shirt and jeans / T-shirt and denim trousers Philipp Plein
A cosa stai lavorando ora? E quali progetti per il futuro?
Sono alle prese con il mio primo progetto di interior ed ho lo sguardo puntato sull’orizzonte…
Che persona interessante Matteo Pellegrino! Se fosse stato un modello non avrebbe potuto fare meglio ed i suoi progetti/prototipi, fotografati con lui, sono estremamente affascinanti!
Un altro ottimo colpo per Stefano Guerrini ed il suo team.
Congratulazioni a Matteo Pellegrino!!
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