Quattro chiacchiere con A-lab Milano

Chi segue il blog sa che sono amici, Alessandro e Simona sono due persone molto carine, con me sempre disponibili e simpatiche, da quando li ho conosciuti sono diventato un loro fan. Da un punto di vista lavorativo, con il nome A-lab Milano, sono stati in questi anni fra le realtà più interessanti del panorama moda giovane italiano. Spesso mi arrabbio quando c’è chi si sofferma, a mio avviso superficialmente, sull’aspetto più evidente del loro lavoro, cioè le stampe, paragonandoli ad altri designer o sottolineandone la vicinanza con l’immaginario di alcuni stilisti, che fra l’altro Alessandro Biasi e Simona Costa stessi citano fra i propri riferimenti estetici, ma che dai quali si scostano grazie ad un lavoro sulle forme, sulle silhouette e sui tessuti molto interessante.

Ho fatto con loro di recente una chiacchierata e questo è il sunto del nostro incontro. Enjoy!

 

 

Mi descrivete A-lab oggi? Da Factory warholiana a duo creativo, come siete cambiati?
Il tratto immutato di A-lab Milano rimane la sua essenza. L’essere prima di tutto un laboratorio creativo all’interno del quale riusciamo a concretizzare la maggior parte delle nostre idee. Il luogo in cui la nostra ispirazione prende forma e si sviluppa. Ci piace l’accostamento alla Factory, rispecchia il concetto da cui è nato il progetto. Un luogo aperto ai creativi dove ognuno, secondo il suo stile, contribuiva alla nascita di nuove idee. Diciamo che la differenza con “ieri” sta nel fatto che un collettivo ora non c’è più. Col tempo il team si è assottigliato ed oggi siamo io e Simona a portare avanti A-lab Milano. Quello che prima era un era un sogno, un progetto, oggi è diventato un lavoro; si è concretizzato, è cresciuto e dovrà crescere ancora molto. Sicuramente non manca l’interazione con creativi che ruotano attorno al nostro brand e che continuano a far parte della “family”, fotografi, stylist, giornalisti, pr, designers, amici che ci sostengono, con i quali ci confrontiamo e che in qualche modo stimolano il nostro lavoro. Insomma, tutto si sta evolvendo e noi due stiamo crescendo come designer e come persone.

 

 

 

La stampa; un vostro elemento distintivo, che inevitabilmente da alcuni vi fa paragonare ad altri stilisti. Cosa vi distingue? Come vi diversificate da alcuni elementi ispirativi comuni ad altri designers?
Siamo perfettamente consapevoli di non essere gli unici ad utilizzare la stampa. Prima di noi molti altri “grandi”, insieme con altri “meno grandi”, ne hanno fatto il loro tratto distintivo e la peculiarità del marchio. Se l’impiego della stampa può essere definito come il “fil rouge” che lega noi a loro, allora diciamo che in questo caso il paragone potrebbe sussistere. Ma crediamo che ogni designer cerchi di far trapelare dal proprio lavoro qualcosa di sé, qualcosa che racconti una storia, una sorta di “weltanschauung” del designer. Nessuno inventa nulla di nuovo, ma ogni creativo lo interpreta e lo fa suo in qualche modo. Per A-lab non esistono clichè, ogni collezione per noi è una storia nuova, un nuovo libro. Pertanto anche nel pensare la stampa, partiamo con la mente libera, proiettandoci sul nuovo, facendo brainstorming di pensieri, concetti e immagini che poi vengono assemblati.
Crediamo che la stampa sia la cosa che arrivi più facilmente, ma vogliamo far si che le nostre peculiarità siano anche altre: la sartorialità dei nostri abiti, la ricerca dei materiali, la cura del dettaglio e lo studio dei volumi. Ci teniamo a “far arrivare” e “far percepire” i nostri abiti come “sculture da indossare”.

 

 

 

Ci raccontate la nuova collezione?
 Abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione sviluppando l’antitesi tra nascita e morte, per questo la nostra collezione per la p/e 2011 si ispira al mito di Persefone. Per rappresentare la nostra visione abbiamo creato stampe di forte impatto visivo, partendo dal concetto di “Natura Morta” interpretato da diversi artisti, dalla fotografia decadente di Joel Peter Witkin e quella più grafica di Nick Knight fino ad alcuni riferimenti pittorici del Caravaggio; abbiamo giocato molto con volumi e tagli utilizzando una doppia organza di seta stampata, contrapponendoli a silhoutte più fluide e lineari utilizzando un morbido e sottilissimo jersey. Per quel che riguarda la palette colori, dalle tonalità neutre, si passa a quelle delle stampe floreali molto più intense. Questa collezione è accompagnata da un cortometraggio in collaborazione con un altro giovane creativo, Antonio Astore. Volevamo coinvolgere maggiormente il nostro pubblico, per farlo immedesimare nell’immaginario che ha dato vita a questa collezione.

 

 

 

Quali le difficoltà di un marchio giovane in questo panorama moda italiano?
Insediarsi nel panorama Moda italiano è stato e continua ad essere molto difficile soprattutto per realtà giovani e di nicchia come la nostra. Riuscire a coesistere con “statement brand”, soprattutto per quel che riguarda l’aspetto commerciale, dove convincere i buyers a mettersi in gioco e a proporre al consumatore un prodotto “out of crowd”, diventa una sfida. Serve molta costanza, ma crediamo fermamente nel nostro progetto; sappiamo che la strada è tutta in salita, ma vogliamo essere ottimisti, nonostante il periodo non sia così prospero. Abbiamo ben chiaro dove vogliamo posizionare A-lab e siamo pronti ad accettare i “ritardi” che conseguono a questa scelta.
 
 
Come descrivereste la bellezza?
La bellezza è un concetto. È qualcosa che smuove uno stato d’animo piacevole. La bellezza è una sfaccettatura, può essere mostrata oppure no. È qualcosa che si deve riuscire a cogliere. La bellezza è armonia. La bellezza ispira, emoziona.

 

 

 

Cosa state progettando?
Ad oggi stiamo lavorando sulla nuova collezione per l’autunno/inverno 2011-2012, ti anticipo che ci sarà qualche piccola novità a riguardo, ma preferiamo mantenere la suspance. Progetti? Molti, forse troppi, diciamo che è un continuo work in progress che vede come obiettivo e meta (e sogno) Parigi.
 

 

In apertura e chiusura due ritratti di Alessandro Biasi e Simona Costa. Le restanti immagini si riferiscono alla collezione A-lab Milano p/e 2011. Per saperne di più www.a-labmilano.com

  1. Akon Rispondi

    Adoro questo brand! spero di vedere presto la nuova collezione…curioso, curioso, curioso…

  2. Danilo Rispondi

    good good good…bravi ragazzi.Umiltà,creatività,dedizione=ottimo lavoro!

  3. mirko Rispondi

    sono bravi perchè non si accontentano, vogliono solo il meglio, perchè credono nella qualità e nel fatto che la moda può non essere  solo prodotto ma anche qualcosa in più: caratteristiche che rappresentano il made in italy…almeno qualcuno ancora oggi si ricorda perchè siamo diventati famosi nel mondo.complimenti!