Slava & Brian (a La Petite Mort Gallery di Ottawa)

In questi giorni ho ricevuto una mail dal Canada, a scrivermi Guy Berube, direttore de La Petite Mort Gallery (un nome che è tutto un programma e ammetto mi rende subito simpatica questa galleria) di Ottawa, in Ontario, che mi parlava della mostra ‘Interpenetration’ che si terrà dal 2 settembre al 2 ottobre. Guy mi ha raccontato che è la prima volta che i due artisti in mostra, Slava Mogutin e Brian Kenny, partner nella vita e saltuariamente nell’arte, con il nome Superm, espongono insieme in Canada. Distante da noi, ma sicuramente interessante se pensiamo ai personaggi coinvolti. Mogutin ha attirato l’attenzione internazionale con la sua cruda e candida rappresentazione fotografica dei contesti urbani, raccontando sottoculture, feticismi, gioventù nel suo acclamato ‘Lost Boys’, libro monografico del 2006. Più recentemente le sue fotografie sono state accompagnate anche da performance artistiche, dove il ruolo voyeuristico dello spettatore è provocato, quello dell’artista sempre in bilico fra l’intensamente personale e l’apertamente teatrale, il vissuto in prima persona e la testimonianza di qualcosa che è accaduto e di cui vengono fotografate le tracce rimaste. In contrasto con le fotografie di Mogutin i disegni di Kenny, che hanno un approccio stilistico molto distinto, influenzato dall’energia e dallo spirito della street art. Kenny decostruisce riferimenti pop e sportivi, per creare una sorta di contemporaneo panorama espressionista che oscilla tra autobiografia, commento sociale e assurdo.

Slava Mogutin ‘Behind the Curtain (Self-Portrait)’ from ‘Lost Boys’, 2003, archival duraflex print, 16 x 20 inches, edition 4/5

Slava Mogutin ‘McCabe Hand Stand’, from ‘Lost Boys’, 2003, archival c-print, 16×20 inches, edition 2/5

Eccoli insieme in questa mostra dove ad essere studiati sono i temi legati alla compenetrazione, che può riferirsi banalmente all’intreccio delle esperienze dei due artisti, visti attraverso il loro lavoro, ma considerando anche l’essere compagni di vita, fino ad arrivare ad esplorare territori cari a Mogutin, come la fluidità dell’identità sessuale, lo scambio di potere fra dominanza e sottomissione, nel wrestling, ma anche nell’immaginario S+M. Il titolo della mostra sembra voler ricordare anche il privato di Slava, lo storia di emigrazione dalla terra natia agli Stati Uniti, dove gli è stato concesso asilo politico con il sostegno di Amnesty International e PEN American Center.

La mostra curata da Berube stesso farà sicuramente parlare e si preannuncia un must –see.
E in Italia invece che si fa?

Portrait of Slava Mogutin, Photo © Igor Vishnyakov

Slava Mogutin ‘Screaming Monkey’ from ‘Environmental Pictures’, 2002, panoramic archival c-print, 10 x 23 inches image on a 20 x 24 inches edition

Brian Kenny ‘Cock Fight’ (2010), etching on gold foil scratchboard, 5×7

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  1. micheluzzo Rispondi

    …internazionalissimo…e scherzi a parte…sempre interessante!!! resta solo un piccolo dettaglio…io la mostra la voglio andare a vedere!!!